Nel giorno in cui i cardinali si riuniscono nelle congregazioni generali per prepararsi al prossimo conclave, una voce contro abusi e violenze si leva dal cuore stesso della Chiesa: quella di padre Marco Contini, conosciuto anche come “padre Paolo”. Sacerdote da venticinque anni, parroco di tre comunità e docente in una facoltà teologica, Contini ha denunciato di essere stato vittima di abusi sessuali da adolescente in seminario.
La lettera-appello ai porporati
La sua è una lettera-appello diretta ai porporati, raccolta e diffusa dall’Agi, perché la piaga della pedofilia nella Chiesa non venga più ignorata, né minimizzata. “Non mi scandalizzano le parole di un pedofilo, ma mi devasta sapere che una confessione così esplicita sia passata tra le mani di almeno tre vescovi e di un giudice, senza che nessuno abbia cercato di dare una risposta seria e coerente con il Vangelo”, scrive Contini, riferendosi al sacerdote oggi sessantacinquenne che avrebbe abusato di lui e di altri seminaristi.
La denuncia, forte e dolorosa, non è un atto di accusa contro la Chiesa in quanto tale, ma un grido “nella e per la Chiesa”. Contini lo chiarisce con forza: “Non sono un nemico della Chiesa, io la servo ogni giorno. E non lo faccio per vendetta né per denaro. Ho rinunciato a qualsiasi risarcimento. Ho perdonato davanti a Dio. Ma il perdono non può sostituire la giustizia”.
I presunti abusi contro Contini sarebbero avvenuti alla fine degli anni ’80 quando lui era quattordicenne. L’episodio è stato denunciato però solo nel 2021, quando il prelato ha affermato di essere in possesso di prove contro il presunto aggressore e ha dato il via al processo ecclesiastico.
Un sistema di silenzi e complicità
Il racconto svela un sistema di silenzi e complicità. “Per anni, in molti dentro la Chiesa, hanno cercato di insabbiare i fatti, di difendere il pedofilo, facendo passare me per un disonesto o per un mitomane. Ho dovuto lottare per avere un equo processo, ma ancora oggi devo combattere contro la resistenza di ingiustificabili difensori del pedofilo”, denuncia Contini.
Il parroco ricorda l’iter giudiziario. “I fatti sono certi, fino al punto che un arcivescovo emerito, monsignor Atzei, all’epoca dei fatti superiore provinciale dei religiosi presso cui ho frequentato il seminario minore, ha rilasciato una testimonianza in cui afferma di aver visto con i suoi occhi il pedofilo in azione, anche se poi non ebbe il coraggio e il rigore sufficiente per intervenire come avrebbe dovuto”.
E l’intera vicenda giudiziaria sarebbe stata segnata da connivenze, intimidazioni, reticenze, mancate collaborazioni. Il processo ecclesiastico è ancora in corso, ma secondo Contini sarebbe ostacolato da conventi che negano l’accesso ai tribunali, da vescovi che rifiutano di testimoniare, da testimoni scoraggiati. Le misure cautelari imposte all’abusatore sarebbero state inoltre violate, mentre ogni tentativo di approfondire le responsabilità sarebbe stato respinto.
L’appello del parroco al conclave
“Insomma da una parte c’e’ una Chiesa sana che cerca di mettere in pratica una vera lotta contro la pedofilia, ma dall’altra c’e’ una chiesa (in questo caso mi sia concesso l’uso della lettera minuscola!) che è ancora ostile alla verità e che pensa di poter insabbiare ciò che ormai non si può più nascondere” aggiunge Contini.
Eminenza, io sono solo un piccolo granellino che, per quanto minuscolo, ha cercato di bloccare gli ingranaggi di una macchina volta a nascondere e occultare la verita’. Ora pero’ tutto questo non basta piu’ e sono qui a implorare un Vostro aiuto concreto. La forza della Vostra parola e’ fondamentale nella lotta contro la piaga della pedofilia e aiuterebbe tutti a essere piu’ liberi e onesti nel difficile ma necessario percorso della Verita’!” conclude il prelato nel suo appello.
https://www.today.it/attualita/marco-contini-prete-abusato-scrive-cardinale-conclave.html
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