C’è una richiesta di rinvio a giudizio all’orizzonte per la suora, coordinatrice di una scuola paritaria di Preganziol, che avrebbe dato il “la” alla vicenda del bambino di Mogliano che, a nove anni, è stato tolto ai genitori affidatari sulla base di un provvedimento del Tribunale di Minori datato 7 giugno del 2021. Il 9 giugno la religiosa comparirà davanti al gup Carlo Colombo per l’udienza preliminare. Il reato che le viene contestato è la calunnia.
In una relazione inviata alla ai servizi sociali dell’azienda sanitaria trevigiana la suora avrebbe detto che il bambino sarebbe stato vittima di violenze e percosse, umiliazioni con docce fredde come punizione per avere fatto la pipì a letto e avrebbe avuto i capelli strappati. Un documento che però avrebbe contraddetto quello che la coordinatrice di scuola avrebbe più volte detto agli affidatari, e cioè che avrebbero fatto un lavoro eccellente con un bambino che è peraltro affetto dalla sindrome di iperattività. La religiosa, secondo il pubblico ministero Mara De Donà, avrebbe detto il falso ben sapendo che stava mentendo.
Sembra così cadere, almeno sotto il piano logico, la richiesta di archiviazione nei confronti dei tre dipendenti della Uls 2, alcuni con ruoli apicali, che erano stati denunciati dalla famiglia (difesa dall’avvocato Giovanni Bonotto) per falso in atti d’ufficio e omessa denuncia proprio in relazione alle denunce della religiosa. L’udienza di opposizione al decreto di proscioglimento ci sarà il prossimo 27 febbraio.
La vicenda era venuta alla luce quando, nel giugno del 2021, il piccolo era stato tolto da quella che era stata la sua casa per quasi 4 anni a seguito di un documento redatto da una suora che è anche la coordinatrice della scuola frequentata dal bimbo. Secondo la religiosa il bimbo sarebbe stato vittima di violenze e maltrattamenti sia fisici che psicologici. Il medico dell’azienda sanitaria responsabile del caso aveva detto ai coniugi che non sussistevano più “le condizioni perché stia con voi, adesso deve andare in comunità», aggiungendo che si sarebbero dimostrati poco protettivi nei confronti del ragazzino. Inoltre ci sarebbero state tutta una serie di segnalazioni che, nel caso in cui gli affidatari si fossero opposti al provvedimento, l’Usl si sarebbe vista costretta a “tirare fuori”, mandando le carte in tribunale. Lo specialista si sarebbe riferito proprio a quanto scritto dalla coordinatrice della scuola e da qui era scaturita la querela per omessa denuncia.
Intanto il ragazzino è stato preso in carico da un’altra famiglia. Le carte che avevano valutato i “genitori” affidatari come una ottima scelta per il percorso di adozione sono invece state radicalmente cambiate. Secondo la seconda decisione il piccolo avrebbe espresso la sua volontà di non tornare a Mogliano.
https://www.trevisotoday.it/cronaca/mogliano-bimbo-tolto-affidatari-suora-31-gennaio-2024.html
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