Otto membri di un’associazione di intellettuali cattolici intitolata “Accademia cattolica di Francia” (link nel 1° commento), senza fare riferimento ai loro colleghi, inviata al Papa, con copia al Presidente della Conferenza dei Vescovi di Francia e al nunzio a Parigi, una lunga e durissima critica al rapporto redatto dalla CIASE (Commissione indipendente sugli abusi sessuali nella Chiesa) sotto la direzione di Jean-Marc Sauvé, che la presiedeva (vedi testo integrale su “La Nef”, link nel 2° commento).
Tra gli otto firmatari c’erano il presidente di questa accademia, Hugues Portelli, specialista in scienze politiche, il suo predecessore e fondatore dell’accademia, padre Philippe Capelle-Dumont, padre Jean-Robert Armogathe, cofondatore della rivista Communio, vicino a Il cardinale Lustiger e il filosofo Pierre Manent.
Da allora, molti membri dell’Accademia cattolica, indignati per questa iniziativa presa alle loro spalle, si sono dimessi.
Questo testo era accompagnato da un messaggio segreto che intimava praticamente al Papa di non agire sul rapporto Sauvé. È difficile non vedere in questo approccio il motivo per cui il Papa ha rinviato sine die il suo incontro con Jean-Marc Sauvé e i membri del CIASE previsto per il 9 dicembre.
Jean-Marc Sauvé ha raccontato al quotidiano “La Croix” le sue reazioni a questi due testi. Link nel 3° commento.
Estratti.
“Mi aspettavo attacchi contro il rapporto Ciase e quindi non sono affatto sorpreso. Li ho sentiti più precoci e molto forti, in particolare dai circoli tradizionalisti. Veniva dall’Accademia Cattolica.
(…)
La critica alla nostra relazione è ovviamente legittima. L’ho scritto nella sua prefazione. Ma in questo caso provo sentimenti di tristezza e persino di dolore, perché io stesso sono membro di questa Accademia. Le regole di un processo equo e di una semplice confraternita avrebbero potuto giustificare uno scambio preventivo, se non un contraddittorio. Nulla di ciò che è accaduto è stato elegante o leale, anche se nutro un grande rispetto per l’uno o l’altro dei firmatari.
C’è la relazione dell’Accademia e il messaggio di trasmissione di questa relazione alle autorità della Chiesa. La notizia non è particolarmente gradevole, ma il suo messaggio di trasmissione, che resta segreto, è un tessuto di attacchi velenosi accompagnati da un’ingiunzione alla Chiesa di non fare nulla «sia in termini di riparazione morale e risarcitoria, sia in termini di modifica di comportamenti o regole se il la verità oggettiva non è stabilita”.
Questa ingiunzione è particolarmente sconveniente in considerazione delle decisioni già prese dalla Chiesa e della modestia delle argomentazioni di questi membri dell’Accademia cattolica. È anche un insulto alle vittime. I firmatari di questo testo hanno proceduto secondo il peggio di una certa cultura cattolica, vale a dire in segreto, senza contraddittorio e previa segnalazione alle autorità.
Sfuggire alla Chiesa a dolorose compensazioni e riforme necessarie e di vasta portata. I firmatari di questo testo insinuano che Ciase sia guidato da un’agenda ideologica, che ribalta e distorce completamente le cose. In realtà, è per squalificare le nostre conclusioni che le irritano che gli autori cercano di destabilizzare il nostro stato di cose.
In questo caso c’è una prima vittima, la Chiesa che viene attaccata frontalmente, mentre ha preso decisioni coraggiose creando il Ciase, lasciandole piena libertà, per poi prendere decisioni inedite a novembre. La seconda vittima sono le persone che hanno subito violenza sessuale, che vengono negate, disprezzate e prese in ostaggio nonostante alcune precauzioni oratorie. La terza vittima è il servizio della verità e, in definitiva, è la stessa Accademia Cattolica che sta affrontando un’ondata di dimissioni senza precedenti e che sta facendo di tutto per diventare un piccolo gruppo. “
- Christophe Henning,