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Le videochiamate del prete e le proposte ai ragazzini: “Facciamolo in tre, vi mando 20 euro”

Redazione Web by Redazione Web
8 Agosto 2021
in Puglia, Sicilia
Reading Time: 6 mins read
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I retroscena dell’arresto di padre Vincenzo Esposito per un presunto giro di prostituzione minorile. Avrebbe sfruttato lo stato di bisogno di 4 sedicenni per costringerli a toccarsi in chat: “Deve essere speciale, non mi deludete”. Da identificare almeno altre 3 vittime. I ragazzi avrebbero usato i soldi per comprare sigarette o tagliarsi i capelli

Dieci, 20, 30 euro al massimo. Tanto avrebbe pagato Vincenzo Esposito, il parroco di 63 anni, originario di Caltavuturo ma che esercitava a San Feliciano Magione, in provincia di Perugia, per vedere ragazzini masturbarsi e godere. Piccole somme che i giovani, tutti originari del Palermitano, avrebbero utilizzato per comprare le sigarette, per tagliarsi i capelli o per andare a mangiare una pizza con la fidanzata. E per il prete – come emerge dall’ordinanza di custodia cautelare – ogni momento sarebbe stato buono per guardarli, anche contemporaneamente, prima di una messa e subito dopo aver celebrato un funerale.

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Esposito, su disposizione del gip Fabio Pilato, è finito in carcere, mentre la madre di una delle presunte vittime si trova ai domiciliari: non solo sarebbe stata perfettamente consapevole del rapporto tra il figlio e il sacerdote, ma avrebbe anche preteso un “dazio” (di 5 o 10 euro) sui compensi incassati dal ragazzino per le prestazioni a distanza. Il denaro, perlatro, sarebbe stato versato direttamente sulla Postepay della donna.

Amore, bisogno, squallore e sfruttamento sessuale

E’ un contesto di squallore e bisogno, quello che emerge dall’inchiesta della Procura di Palermo. Nelle intercettazioni si parla persino d’amore (“sei la mia vita, don Vincè” o “ti voglio bene” o ancora “sono innamorato pazzamente”), ma ci sono anche passaggi molto espliciti e volgari, in cui i ragazzini e l’indagato immaginano rapporti sessuali completi da consumare in presenza. Ma si parla soprattutto di soldi: le presunte vittime, in condizioni di disagio economico, sarebbero state sempre pronte a fare una videochiamata per farsi pagare, avrebbero sollecitato continuamente il prete perché si sbrigasse a fare i versamenti promessi, senza esitare a definirlo “cornuto” o “testa di minchia” proprio perché provvedeva con ritardo. Ed è proprio la leva dello stato di necessità di questi giovani che, per l’accusa, Esposito avrebbe sfruttato per appagare le sue fantasie sessuali.

L’origine dell’inchiesta, almeno altre 3 vittime da individuare

I carabinieri hanno scoperto il presunto giro di prostituzione minorile mentre stavano compiendo delle intercettazioni nell’ambito di un’altra indagine. Hanno monitorato le conversazioni del prete dallo scorso aprile fino a luglio, quando Esposito sarebbe addirittura venuto a Termini Imerese, registrando tanti contatti con i giovani, tutti sedicenni. Quattro le presunte vittime identificate, ma ce ne sono almeno altre tre, che avrebbero avuto rapporti a pagamento tramite chat Whatsapp o Messenger con il sacerdote, che gli inquirenti non hanno ancora compiutamente individuato.

“Tre sono cari, non posso spendere 100 euro al giorno”

Il 24 aprile, dopo una videochiamata – organizzata peraltro dal fratello di una delle presunte vittime – con tre ragazzini, Esposito discuteva di pagamenti: “Stamattina ti ho messo 30 euro, va bene? Ora metterò 20 anche perché carissimo sono tre, non è che è uno solo”, diceva all’adulto. E aggiungeva: “C’è tuo fratello, quello ha portato un amico di cui non ho visto nulla, sappilo, perché non si vedeva, però lui dice di fargli un regalino comunque… Meno di 20 euro glielo fai, no? Tre sono già 60, più 30, non è che posso spendere 100 euro al giorno, giusto caro?”.

“Padre, niente mi manda? Sono senza una lira…”

In un’altra conversazione, Esposito si lamentava con uno degli adolescenti di non essersi fatto più sentire e lui non esitava a chiedere soldi: “Padre Vincenzo niente mi manda a me che sono senza una lira? Dieci euro che mi compro le sigarette…. A me mi devi dire una parola, sì o no” e l’indagato: “No perché non ho niente, ho solo pochi soldi ormai… Stasera parliamo, poi vediamo… Ti mando 10 euro, va bene?”.

La madre di una delle vittime: “Dieci euro li devi dare a me”

Il 10 maggio Esposito chiamava uno dei sedicenni per organizzare una videochiamata. La presunta vittima diceva: “Ieri sono andato a mare… mi sono bruciato tutto” e il prete replicava: “Ti vuoi far vedere?”. Il giovane acconsentiva: “E faccia una videochiamata padre Vincenzo, andiamo…”. Il ragazzo, che è il figlio della donna che è stata arrestata, le riferiva poi: “Dopo mi mandano i soldi a me… 20 euro” e lei rispondeva secca: “Dieci euro me li devi dare a me, non mi interessa niente!”.

Le pressioni per i pagamenti

Gli adolescenti sarebbero stati molto pressanti per ottenere i compensi dopo le prestazioni in chat: “Padre Vincenzo, glieli mandi 10 euro a mio fratello?” e poi uno dei ragazzi sollecitava: “Com’è finita, padre Vincenzo?” e poco dopo: “Padre Vincenzo, che fine ha fatto? Già l’ha fatta (la ricarica, ndr)?”. A quel punto il sacerdote confermava il pagamento e diceva: “Sto mangiando un gelato”. Il giovane chiedeva malizioso: “Ti mangi un bel cono? Faccia finta che è quello mio”.

“A me piacerebbe fare l’amore con te e lui insieme…”

L’11 maggio l’indagato e uno dei giovani avevano difficoltà a sentirsi e Esposito ricordava: “Eh che vuoi, io faccio il prete pure, capisci? Mi arrivano tanti tipi di telefonate, gioia…”. E il giovane: “Io sono geloso, padre Vincè”. Il prete, quasi lusingato, chiedeva se il ragazzo fosse geloso anche di altri adolescenti con cui aveva contatti e la presunta vittima rispondeva di sì: “Ma come – diceva allora Esposito – anche di lui? A me piacerebbe fare l’amore con te e con lui insieme… Non l’ho fatto mai in tre…”. Il sedicenne assicurava: “Lo faremo allora, padre Vincè” e poi aggiungeva: “Mi aiuta allora oggi? Padre Vincè, non è che mi può mandare 50 euro per favore?”. Esposito: “Ti ho detto che ti mando 30 euro perché 20 li ho promessi al nostro caro”. Il ragazzo insisteva: “Ma con questi mi sta facendo il regalo di compleanno… Io lo so che lei me lo fa, lo so che mi vuole bene, amunì, padre Vincè, la mia vita sei! Sei la mia vita!”. L’indagato allora chiedeva: “Senti, ma ti fai vedere un attimo? Ti voglio vedere…”.

“Non faccio sesso con nessuno…”

In un’altra conversazione, Esposito ipotizza che il ragazzino possa raggiungerlo a Perugia e i due immaginano in maniera molto esplicita cosa avrebbero potuto fare insieme: “Lo dobbiamo vedere quello che saprai fare…”, diceva il prete. Il ragazzo raccoglieva la sfida: “E poi vedrai padre! U scasso porca buttana! Ci piace?” e il sacerdote: “Non l’ho provato molto sai, io non sono molto abituato, non ti pensare… Non faccio sesso con nessuno”, il ragazzo rispondeva: “E poi ci provi con me, ci provi con me…”.

“U Signuri ti aiuta, padre Vincè, sei la mia vita!”

Esposito, in un’altra circostanza, proponeva una videochiamata a tre: “Lo sai che ti voglio bene, ma tu lo faresti con lui insieme? Tutti e due? Lui che dice? Ci sarebbero problemi?” e il giovane replicava: “Non ci sono problemi, ma quando mai!”, ma poi arrivava subito al discorso dei soldi: “Padre Vincè, io lo sto chiedendo per favore, me lo fa (la ricarica sulla Postepay, ndr) allora? U Siguri ti aiuta, padre Vincè… Ti voglio bene, la vita mia sei”.

“L’amore è una cosa seria, sei innamorato di me?”

I giovani contavano sul denaro del prete e quando arrivava in ritardo era un problema. Due delle presunte vittime discutevano proprio di questo e una di loro non esitava a dire: “Ma questo ancora soldi non ne ha mandati, vedi che cornuto!”. Poi uno dei due chiamava Esposito: “Ma quanto stai mandando là per me, padre Vincè?” e l’indagato: “Te ne mando 50”. Subito il ragazzino ringraziava: “Ti amo, non che ti voglio bene” e il sacerdote gli ricordava: “Mi dovresti vero amare, mi piacerebbe molto… Gioia mia, l’amore è una cosa seria e se fosse vero io sarei contento davvero… Mi sono fatto una domanda, se tu sei innamorato di me?” e il giovane: “Minchia, mi sono innamorato pazzamente!”.

“Deve essere speciale, non mi deludete…”

E’ stata registrata anche un’altra richiesta del prete: “Se volete mi fate una videochiamata se state insieme, mi fate felice… Non la potete fare appena arrivate a casa? Siete tutti e due? Gliel’hai detto a lui quanto ti amo? La nostra deve essere una cosa speciale… Ci sentiamo questa sera, non mi deludete, vi aspetto!”.

“Ma tu vuoi soldi ogni giorno?”

Il 14 maggio due dei minorenni discutevano della situazione: “Chiama a quello perché vuole sentire a te…” e l’altro: “Ma io non ci chiamo, compà, perché non ne manda soldi!”. Il giovane rispondeva: “Minchia, ma tu ogni giorno soldi vuoi mandati? Gli devi dire: ‘Che fai?’, tanto per… Mi ha detto: ‘Ma perché non mi ha chiamato lui, l’altra volta dovevamo fare la videochiamata insieme’ e gli ho detto: ‘Oggi ha avuto impegni, padre Vincè, è un ragazzo a posto, capace che non ha potuto rispondere’ e mi fa: ‘Io lo voglio bene però lui mi deve chiamare, lo voglio sentire io’, tu ci devi chiamare, cretino!”. Ma l’altro adolescente non era convinto: “Compà, lui mi deve sucare la minchia, glielo hai detto questo? Niente manda oggi?”, ma l’altro insisteva: “No, oggi non gli chiedere soldi, glieli chiediamo domani, tutti e due… Chiamaci oggi e gli dici tanto per, ‘che fai?’ e poi domani ci mandiamo la botta di 30 euro l’uno! Non ti fare mandare soldi oggi!”.

https://www.palermotoday.it/cronaca/arresto-prete-sesso-chat-prostituzione-minori-intercettazioni.html?fbclid=IwAR232J7Y2NSq5RBF98bqVei7XSD1LoGAOUdrvQHzN2XmUdXhSl0NFp4FYUI

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