A seguito dell’anticipazione de L’ESPRESSO, che uscirà in edicola domenica 9 giugno, l’Ufficio di Presidenza della Rete L’ABUSO (anche se omesso nell’articolo de L’ESPRESSO), autore dei tre fascicoli depositati nel gennaio del 2017 presso la Procura della Repubblica di Verona, che hanno portato alla riapertura del caso anche in Italia, al fine di dare una corretta informazione, ed essendone anche parte in causa, ritiene di dover fare alcune precisazioni a quanto anticipato da L’ESPRESSO.
Nell’anticipazione viene riportato “Papa Francesco Bergoglio non è in alcun modo coinvolto nello scandalo e non è mai citato nelle indagini italiane e argentine. Anzi, nel 2017 ha sanzionato e commissariato la congregazione del Provolo.”
L’affermazione che papa Francesco non sia coinvolto è inesatta, sullo stile di “Excusatio non petita, accusatio manifesta”.
L’otto maggio 2014, infatti, proprio riferendosi al caso dell’istituto per bambini sordi Antonio Provolo di Verona, la Rete L’ABUSO e l’Associazione sordi Provolo, fanno un pesante j’accuse a papa Francesco. Lo faranno attraverso un video (pubblicato online e recapitato alla Segreteria di Stato Vaticana), nel quale, già all’epoca, denunciavamo che don Nicola Corradi era in Argentina. Quel video ebbe un’enorme diffusione, fu pubblicato online anche da Repubblica, TGcom24 e decine di testate, sia in Italia, sia in Argentina.
Né papa Francesco, né la Segreteria di Stato diedero mai una risposta.
Il 20 ottobre dello stesso anno, l’Associazione sordi Provolo ottenne udienza con il papa e in quella occasione, come si evince anche dalle foto, consegnò – questa volta di persona – una lettera a papa Francesco, nella quale si riproponeva parte della lista di preti accusati, già pubblicata in precedenza nel video.
Naturalmente tra quei nomi c’era anche quello di don Corradi, ma papa Francesco omise qualunque intervento, sia per lui, che per gli altri nominativi. Due anni dopo infatti, quando la giustizia argentina arresterà don Nicola Corradi, lo troverà ancora al posto di direttore dell’istituto di Mendoza.
Inesatta anche l’affermazione che papa Francesco non è mai citato nelle indagini italiane e argentine, in quanto i tre fascicoli che hanno riaperto il caso italiano, li abbiamo prodotti noi e papa Francesco è, in più occasioni, citato per le sue omissioni, compresi i due episodi citati sopra.
Anche se con rammarico, queste precisazioni erano da fare.
L’Ufficio di Presidenza
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