Emergono nuovi, inquietanti particolari sui maltrattamenti perpetrati da quattro suore sui piccoli alunni della scuola paritaria per l’infanzia “Santa Teresa del Bambino Gesù” di San Marcellino, nella provincia di Caserta. Le quattro ecclesiastiche avrebbero istaurato il terrore picchiando i bimbi sui genitali, rinchiudendoli in stanze buie e costringendoli a mangiare il cibo caduto per terra.
È un quadro ancora più inquietante, se possibile, quello che emerge dalle indagini sui maltrattamenti perpetrati da quattro suore sui piccoli alunni della scuola paritaria per l’infanzia “Santa Teresa del Bambino Gesù” di San Marcellino, nella provincia di Caserta, che ieri sono state sospese dal servizio pubblico dell’insegnamento per 12 mesi. Le indagini, condotte dalla Procura di Napoli Nord, hanno svelato i metodi utilizzati dalle quattro ecclesiastiche – tra cui anche la madre superiora dell’istituto – per instaurare il clima di terrore in classe: a quanto si apprende, le vittime sarebbero 5, tutte di età compresa tra i 3 e i 5 anni. La madre superiora è, inoltre, accusata anche di intralcio alla giustizia, dal momento che avrebbe cercato di corrompere la madre di un alunno promettendole del denaro se non avesse sporto denuncia sui maltrattamenti.
Bambini picchiati sui genitali e costretti a stare al buio
Non solo strattoni, schiaffi sulla testa e tirate di capelli: le suore non si limitavano a questo tipo di punizioni. Alcuni bambini avrebbero riferito di aver ricevuto schiaffi nelle parti intime: qualcuno è tornato a casa addirittura con i genitali arrossati. E ancora: i bimbi considerati più irrequieti venivano rinchiusi in una stanza buia. Chi si rifiutava di mangiare, invece, veniva costretto a ingoiare il cibo caduto per terra. Nonostante i racconti choc dei piccoli, che avrebbero trovato riscontro nelle immagini di alcune telecamere, c’è chi continua a credere alla buona fede delle religiose e non crede che possano essersi rese responsabili degli abusi. In particolare la madre di una bambina di 4 anni, intervistata da Fanpage.it, ci ha tenuto a difendere in particolare l’operato di una delle suore indagate, suor Rosie: “Brava, veramente una mamma, mia figlia è accolta da lei e non vuole tornare a casa”.
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