Bergoglio, all’inizio del suo pontificato, ha costituito il C9. Un minidirettorio che doveva rivoluzionare la Chiesa. Le vicende di tre cardinali, però, fanno discutere
Il C9, il minidirettorio di cardinali voluto da Papa Bergoglio per riformare la Curia, sembra avere qualche problema.
Tre dei porporati chiamati a rivoluzionare la Chiesa, infatti, hanno fatto parlare di sè.
Il cardinale australiano George Pell, come i lettori ricorderanno, è impegnato a difendersi in un processo in Australia. Le accuse non sono state chiarite del tutto, ma è noto che riguardano abusi ai danni di minori. Il porporato australiano sarebbe responsabile di aver “coperto” episodi relativi ad abusi sessuali. Nello stesso tempo, Pell sarebbe il diretto autore di altri reati sessuali. Il tutto è sottoposto al vaglio della magistratura australiana. Il cardinale in questione è il prefetto della Segreteria per l’Economia. Si tratta della più alta carica vaticana mai coinvolta in accuse di questo tipo. C’è da dire che Pell continua a dichiararsi innocente e che molte accuse sarebbero cadute nelle fasi preliminari del processo.
Il C9, secondo la visione del pontefice argentino, doveva “governare la Chiesa universale”. Gli “antibergogliani” fanno spesso notare, però, che le riforme promesse non sono state portate a termine. Prescindendo dalle vicende personali dei porporati che compongono l’organo assembleare, è il presunto immobilismo in materia di riforme a essere contestato. Poi c’è il caso di Andrés Rodríguez Maradiaga. Il cardinale, che è considerato tra quelli più vicini a Papa Francesco, è il coordinatore del minidirettorio cardinalizio. Come ricorda Sandro Magister nel suo blog de L’Espresso, il vertice del C9 ha delle “imputazioni” che sono sul tavolo di Bergoglio da un anno. Maradiaga sarebbe accusato per alcuni investimenti milionari in società londinesi, che poi sarebbero scomparse nel nulla. Movimenti che sarebbero considerati “sospetti”. Alcune accuse sono arrivate da Martha Alegria Reichmann, moglie del Decano del Copo Diplomatico Vaticano:”Ci ha tradito”, “ci ha distrutto”. Il Papa avrebbe telefonato al suo braccio destro per dichiararsi dispiaciuto per “quanto ti hanno fatto”. Il Vaticano, insomma, sembrerebbe rimanere dalla parte del cardinale originario dell’Honduras.
Non è finita qui. Il cardinale Errazurìz, un altro membro del C9, sarebbe in qualche modo coinvolto nel caos che sta sconvolgendo la Chiesa cilena. “Fu il cardinale Errázuriz, nel 2014 – scrive sempre Sandro Magister sul suo blog – a sconsigliare papa Francesco dall’immettere Juan Carlos Cruz, principale vittima e accusatore di Barros, nella neonata pontificia commissione per la protezione dei minori. E Francesco assentì di buon grado, essendo lui stesso arciconvinto dell’innocenza di Barros e della falsità di quelle che definiva “calunnie””. Bergoglio, dopo il suo ritorno dal viaggio in Cile, ha sottolineato come alla base degli “errori di valutazione” ci fosse la mancanza di “informazioni veritiere ed equilibrate”. Errazurìz potrebbe essere uno dei responsabili di questa mancanza. Si vocifera che dopo le dimissioni in blocco dell’episcopato cileno, qualcuno starebbe aspettando quelle di questo cardinale. Il C9, insomma, potrebbe presto trasformarsi in un “C6”.
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/crisi-consiglio-bergoglio-tre-cardinali-sotto-botta-1531061.html
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