Una voce infantile, ma decisa. Che parla di «fatture», «maledizioni» e «diavoli». Di giovanissime indemoniate picchiate e trascinate per i capelli dal loro «salvatore»: don Michele Barone. Di quattro nuove vittime forse minorenni. Tenute «col collare» e malmenate. La voce che ripercorre mesi che ricordano un film dell’orrore è quella della sorella della ragazzina di tredici anni abusata e malmenata durante gli «esorcismi» di don Barone. Quella voce, ieri, in procura a Santa Maria Capua Vetere, è stata veicolata per tutte e due e le ore e mezza dell’incidente probatorio dal gip Ivana Salvatore che ha voluto condurre l’interrogatorio con le modalità protette. Filtrando, cioè, le domande rivolte alla giovane testimone dai pm Alessandro Di Vico e Daniela Pannone, e degli avvocati, Carlo De Stavola, Rossella Calabritto e Giuseppe Stellato. La ragazza ha risposto da una stanza collegata in videoconferenza con quella in cui erano presenti i magistrati e i penalisti. E dove c’erano anche gli imputati. Don Barone, che è arrivato dal carcere di Vallo della Lucania dove si trova detenuto, è apparso sicuro di sé, a tratti anche spavaldo. Erano presenti, ieri, anche il commissario di polizia Luigi Schettino, ancora ai domiciliari, e il padre della vittima, che con la madre è sottoposto al divieto di avvicinamento alla minore.
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