Ma che accade nell’Isola di Guam? Una legge locale ha (giustamente) eliminato la prescrizione per quanto riguarda gli abusi sessuali sui minori e la Chiesa locale è stata travolta da richieste milionarie di indennizzi, essendo i presunti colpevoli quasi tutti morti o ultranovantenni. Le accuse hanno toccato anche la persona dell’arcivescovo cappuccino, monsignor Anthony Apuron, che è stato denunciato da 4 chierichetti, che dicono di essere stati abusati da “fr. Anthony” nella sacrestia della sua parrocchia, e da un nipote che ha raccontato di essere stato violentato in occasione di un pranzo familiare. Il presule sostiene però di non aver mai frequentato quel ramo della famiglia e questa circostanza smonterebbe la veridicità delle asserzioni della vittima (ma non quella delle tre altre denunce).
Papa Francesco mercoledì scorso ha abbracciato (nella foto) il vescovo, che è gravemente ammalato, ma i suoi atti di governo sono andati nella direzione di un’applicazione corretta e senza sconti delle norme. Infatti ha prima provveduto a nominare un delegato apostolico, monsignor Hon Tai-Fai, già segretario del dicastero dell’Evangelizzazione dei popoli e attualmente nunzio in Grecia, e poi un coadiutore con pieni poteri, il presule statunitense Michael Byrnes, mentre il cardinale Leo Raymond Burke (noto per la sua strenua opposizione al Papa ma da questo considerato un giudice preparato e competente) ha ricevuto il mandato di presiedere in loco un processo canonico del quale si attende il verdetto.
Le difficoltà della Chiesa – racconta il sito specializzato Vaticaninsider in due documentati reportage – sono poi aggravate da un conflitto che si è creato tra monsignor Byrnes e il Movimento Neocatecumenale, che sull’Isola è presente con diverse famiglie di missionari laici e aveva aperto un grande seminario “Redemptoris Mater” destinato a formare sacerdoti provenienti dall’intera area del Pacifico. L’amministratore apostolico non condivide l’impostazione di questo Movimento e ritiene inoltre che Guam non sia il luogo adatto a un seminario internazionale. E qualche giorno fa il Papa ha ricevuto un ricorso canonico firmato da circa venticinque tra sacerdoti, avvocati e personalità preminenti di Guam, che si appellavano al Pontefice per intervenire sulla decisione di Byrnes in quanto essa – si legge – “ha inflitto un danno spirituale, morale e fisico ai fedeli di Guam come risultato del suo agire senza rispettare il diritto canonico”. In effetti però rientra pienamente nelle competenze di un coadiutore con pieni poteri (o di un vescovo ordinario) decidere in merito alla pastorale sul suo territorio, comprese le spiacevoli decisioni che hanno riguardato il Movimento Neocatecumenale a Guam.
Insomma nell’Isola affiliata agli Stati Uniti (e che la Corea del Nord ha minacciato di voler bombardare con i suoi missili nucleari) Papa Francesco si trova a dover affrontare un puzzle molto complesso, nel quale si mischiano malvagità e buone intenzioni in un groviglio apparentemente inestricabile.
Accuse di abusi e tensioni con i neocatecumenali avvelenano la Chiesa di Gaum
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