Se a parole Papa Francesco ha dichiarato di voler combattere la piaga della pedofilia, nei fatti pare aver promosso chi insabbiava
Il Cile non ci sta: anche se il Paese è da sempre molto cattolico, difronte alle ennesime contraddizioni interne alla Chiesa protesta. Fischi a Papa Francesco, alcune Chiese assalite e date alle fiamme. Al centro di tutto sempre fatti legati alla pedofilia.
La vicende che legano il clero alla pedofilia sono consolidate. Tanto che, lo stesso Papa Francesco, aveva fatto della lotta contro l’abuso su minori da parte di prelati e non solo, uno dei cardini della sua politica. Dichiarava il Papa:
“Non posso fare a meno di esprimere il dolore e la vergogna che sento davanti al danno irreparabile causato a bambini da parte di ministri della Chiesa. Desidero unirmi ai miei fratelli nell’episcopato, perché è giusto chiedere perdono e appoggiare con tutte le forze le vittime, mentre dobbiamo impegnarci perché ciò non si ripeta”
Ma alle parole non sono seguiti i fatti. Parole vuote, per molti cileni, quelle del Santo Padre.
I casi del Cile
Alcune di questi tristi episodi, che vedono bambini o giovani ragazzi, vittime di pedofilia, sono, infatti accaduti proprio in Cile. Tre i prelati cileni coinvolti nella vicenda che vede come principale imputato padre Karadima. Fernando Karadima in Cile è stato un uomo capace di influenzare le masse e crescere sotto la sua “ala protettiva” intere generazioni di giovani prelati. Per 20 anni è stato parroco del Sacro Cuore di El Basque e con il suo innegabile carisma ha influenzato la vita di molte persone. Si era guadagnato il soprannome di “il Santo”. Questo fino al momento dello scandalo dove si scopre che, dietro la brillante esistenza del vescovo, si nascondeva una realtà squallida, fatta di abusi di potere e violenze. I popolo si infervora e Karadima viene accusato di essere un violentatore seriale. Non un singolo episodio quindi, ma un’esistenza doppia che ha distrutto la vita di moltissime persone.
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