<h2 class="article-subtitle" style="text-align: justify;">Raggiunto l’accordo extragiudiziale per il risarcimento di un 14enne. Don Angelo Blanchetti, parroco di Corna di Darfo e Bessimo, è accusato degli abusi sessuali</h2> <div class="web_widget_giornalista rs_skip"> <div class="firma firma-corriere" style="text-align: justify;"><span class="autore">di</span> Mara Rodella</div> <div> <div class="chapter clearfix" style="text-align: justify;"> <p class="chapter-paragraph">Un’udienza lampo. Giusto per depositare al giudice il documento che testimonia e conferma l’intesa, concedere il rito abbreviato come chiesto dalla difesa e rimandare discussione e sentenza fra tre mesi.</p> </div> <div class="chapter clearfix" style="text-align: justify;"> <h5 class="chapter-title">La Diocesi salderà il conto alla parte civile</h5> <p class="chapter-paragraph">In aula, il caso dei presunti abusi sessuali ai danni di un ragazzino che all’epoca dei fatti aveva appena compiuto 14 anni da parte di don Angelo Blanchetti, 57 anni, parroco di Corna di Darfo e di Bessimo (finì agli arresti domiciliari il 14 giugno del 2016). In aula, per la prima data fissata a dibattimento, il giudice Roberto Spanò ha concesso il rito alternativo (condizionato all’audizione di una genetista). Preso atto dell’accordo di massima per il «ristoro» del danno nei confronti della parte civile: a saldarlo sarà la Diocesi di Brescia. Che si è sentita in dovere di affiancare il minore e la sua famiglia in un percorso di sostegno. Ritenendoli comunque «danneggiati» da questa vicenda. Pare che parte della somma concordata possa servire anche a sostenere il percorso di studi e la crescita educativa del ragazzino. L’iter giudiziario individuale, ovviamente, continua. Discussione e sentenza sono fissate al prossimo 24 aprile.</p> </div> <div class="chapter" style="text-align: justify;"> <h5 class="chapter-title">L’inchiesta sul parroco nata grazie alla denuncia del ragazzo</h5> <p class="chapter-paragraph">All’origine dell’inchiesta coordinata dal sostituto procuratore Ambrogio Cassiani ci sono proprio le dichiarazioni del minore. Che si confidò prima con un altro sacerdote milanese, poi con gli inquirenti. Dichiarazioni rese nonostante le intimidazioni che avrebbe ricevuto: «Guarda che se parli finirai all’inferno» lo avrebbe spaventato don Blanchetti. Le violenze, stando alle indagini, sarebbero continuate per quasi due anni: dal gennaio 2015 al maggio dell’anno successivo. Dentro le stesse mura che quel ragazzino avrebbero dovuto proteggerlo: nella cucina del parroco. «Due rapporti al mese» ha fatto mettere a verbale. E nella stanza, descritta accuratamente, gli investigatori hanno recuperato una coperta imbottita — identica a quella indicata dal ragazzino — che il sacerdote aveva l’abitudine di stendere a terra prima degli incontri. Ma anche, in cassaforte, preservativi e creme lubrificanti.</p> </div> <div class="chapter" style="text-align: justify;"> <h5 class="chapter-title">Un’altra accusa su don Angelo: «Ma non c’entro nulla»</h5> <p class="chapter-paragraph">Lui, don Angelo, ha sempre respinto le accuse: «Non c’entro nulla con questa vicenda». Ma nei mesi scorsi, a rafforzarle, è arrivata anche la testimonianza choc di un’altra potenziale vittima delle attenzioni del don. Prima affidata a un post su Facebook, poi cristallizzata davanti al magistrato, in sede di incidente probatorio (quindi valida e utilizzabile anche a processo): «Invece di affiancarmi nel percorso di catechesi necessario al conseguimento del battesimo abusò di me» ha raccontato questo ragazzo. Che in Rete, dopo l’arresto di don Blanchetti scrisse di essere «ancora in cura» pur dopo anni. Ne aveva nove all’epoca degli abusi, e don Angelo era viceparroco di Artogne, oggi ne ha 36. Il copione, secondo il racconto, era lo stesso di quello raffigurato oltre vent’anni dopo. «Mi faceva sdraiare su una coperta». Fotocopia anche le minacce. Nonostante don Blanchetti non possa in alcun modo essere accusato, visti i tempi, anche di tali presunte violenze.</p> </div> <div class="chapter"> <h5 class="chapter-title" style="text-align: justify;">La sentenza a aprile</h5> <p class="chapter-paragraph" style="text-align: justify;">A decidere sulla sua colpevolezza piuttosto che della sua innocenza sarà il giudice, appunto tra tre mesi. Il tempo necessario alle parti per formalizzare e concretizzare l’accordo raggiunto per il risarcimento del danno, indipendentemente da quale sarà la sentenza individuale a carico dell’imputato. Quindi anche eventuali provvisionali stabilite dal tribunale che inevitabilmente troveranno seguito, come sempre in questi casi, in sede civile. Per ora è stata la Curia ad accettare e farsi carico del risarcimento. Se ne riparla il prossimo 24 aprile. mrodella@rcs.it</p> http://brescia.corriere.it/notizie/cronaca/18_gennaio_12/abusi-prete-minore-curia-diocesi-brescia-paga-parte-civile-vittima-09f56d88-f770-11e7-8658-d0b955e4d0a9.shtml </div> </div> </div>