Buongiorno, seguo da tempo i vostri articoli e, come cattolica, vi ringrazio per l’onestà con la quale riportate i fatti e approfondite questo tema così doloroso.
La piaga della pedofilia è purtroppo affrontata con troppa superficialità e scarsissima efficacia (per non dire assolutamente nulla) da parte dei vertici della Chiesa. I documenti ufficiali della Chiesa cattolica (Lettera circolare per la preparazione delle Linee Guida , Linee guida , Motu Proprio, dichiarazioni importanti dei vari Papi) lascerebbero pensare che vi è una grande attenzione verso questo tema, ma nella pratica il problema rimane: finché non vi sarà l’obbligo di denunciare alla Procura della Repubblica e finché non verrà riconosciuta la responsabilità di chi pur sapendo non reagisce con determinazione (o peggio: mette nuovamente il sacerdote nelle condizioni di commettere ancora questi abomini), ogni scritto o parola dei vertici della Chiesa sarà totalmente inutile.
E questo lo riconosco con immenso dolore, con il desiderio di continuare ad amare questa Chiesa nella quale sono cresciuta, con la speranza che questa ritorni ad essere credibile.
Oggi ho deciso di scrivervi perché mi ha colpito moltissimo un particolare di uno dei vostri ultimi articoli riportati: “Abusi nella setta, le intercettazioni. Un sacerdote avvisò gli indagati”.
Dall’articolo si apprende che dalle intercettazioni sarebbe emerso che un sacerdote avrebbe dato delle informazioni ricevute durante il Sacramento della Confessione. Se questo fosse vero, come si evince dal Codice di Diritto Canonico all’art. 1388, non ci sono storie: QUESTO SACERDOTE incorre nella SCOMUNICA LATAE SENTENTIAE riservata alla Sede Apostolica.
In un altro documento ufficiale si legge che “L’istruzione Crimen Sollicitationis … istituire una procedura che permettesse di rispondere a quella situazione del tutto singolare e particolarmente delicata che è la confessione, in cui alla completa apertura dell’intimità dell’anima da parte del penitente corrisponde, per la legge divina, il dovere di assoluta riservatezza da parte del sacerdote”.
Non c’è tanto da interpretare! Il segreto confessionale non può essere violato!
Ma quello che appare chiaro in questo articolo, è che quel sacerdote avrebbe violato il segreto confessionale, NON per una IPOTETICA BUONA CAUSA (es. per denunciare un delitto di cui sarebbe venuto a conoscenza in confessione), che comunque non è prevista nel Codice di Diritto Canonico, BENSI’ PER AVVISARE DEI PRESUNTI PEDOFILI DELLE INDAGINI A LORO CARICO!
Non è criminale questo comportamento? Io non lo so da un punto di vista legale … ma moralmente OFFENDE PROFONDAMENTE chi vuole con tutto il cuore rimanere cattolico.
Questo sacerdote sarà davvero scomunicato dalla Sede Apostolica? Come cattolica me lo aspetto. Come cattolica mi aspetto di poter continuare a confessarmi con la certezza che quello che dico rimarrà tra me, il sacerdote e Dio. Un Sacramento non è uno scherzo: un sacerdote dovrebbe saperlo.
Grazie per l’attenzione
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