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PROVOLO: Anche il direttore accusato di abusi su minori e atti di lussuria con due dipendenti, una sposata

Rete L'ABUSO ODV/ETS by Rete L'ABUSO ODV/ETS
19 Maggio 2017
in World
Reading Time: 4 mins read
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Rafael Ramon Amarilla, 30 anni, di Puerto Rico (Argentina), della Compagnia di Maria (don Provolo) Fu consacrato a Verona il 24 maggio del 2014 dal vescovo Giuseppe Zenti. Sostituì circa sei mesi fa, dopo l’arresto, l’allora direttore Nicola Corradi e oggi è anche lui accusato di abusi su minori.

Le amanti di un prete del Provolo

Ramon Amarilla è il responsabile dell’istituto dall’arresto di Corradi e Corbacho, è anche sospettato di abusi e violenza di genere.

Sono passati quasi sei mesi dalle prime denunce di abusi sui bambini sordi nell’Istituto Provolo di Luján de Cuyo. Una scabrosa trama tra pedofilia complicità e occultamenti durati decenni è venuta alla luce. Il caso Provolo che è distante dall’essere un caso isolato, è un impressionante esempio delle atrocità che spesso accadono e quasi mai vengono alla luce in questo tipo di istituti, ed è tuttavia evidente che quella che oggi sta emergendo è solo una piccola parte.

Ora, una trama di amanti, denunce e violenza di genere coinvolge un altro sacerdote del Provolo. Si tratta di Ramon Amarilla alla direzione dell’istituto argentino dall’arresto di Nicola Corradi e Horacio Corbacho. C’è un’indagine canonica in corso parallela al caso giudiziario del Provolo di cui il sacerdote è oggetto. Il religioso oriundo di Misiones è arrivato dalla congregazione alla sede di Luján de Cuyo nell’aprile del 2015, proveniva da Mar della Plata.

Tuttavia il superiore locale del Provolo non è esente da accuse di vessazione simili a quelli commessi da Corradi Corbacho e gli altri quattro detenuti.

Alle denunce per abuso di minori fatte dai genitori, si aggiunge la rottura sistematica dell’impegno di celibato.

Secondo un’indagine di questo quotidiano, il sacerdote Ramon Amarilla dal suo arrivo a Mendoza ha avuto ripetute relazioni sessuali, almeno con due donne che lavoravano nel Provolo. Entrambe le donne erano inservienti dell’istituto e tra le altre cose il loro compito era quello di prendersi cura proprio di quei bambini i cui genitori, oggi, vogliono denunciare gli abusi. Una delle donne che chiameremo N. è stata la custode dell’istituto per vari anni e ha conosciuto Amarilla quando arrivò a Mendoza. Entrambi hanno avuto una relazione sentimentale che si presume sia durata fino ad oggi. Secondo fonti gli incontri si svolgevano nell’istituto e la donna passava i finesettimana con Amarilla nel convitto.

Una presunta vittima di abusi sessuali ha riconosciuto N. come una delle persone vista avere rapporti con il religioso. La seconda C. è sposata e insieme al marito erano una“coppia modello” nella parrocchia di San Eugenio dove Amarilla celebrava messa. La donna e il marito erano catechisti nel quartiere 21e si avvicinarono al Provolo per collaborare, facendo anche donazioni ai bambini dell’istituto.

A metà del 2013 C. è entrata a lavorare al Provolo come custode nel turno di notte e da allora Amarilla e lei hanno intrapreso la loro relazione, parallelamente a quella che il religioso aveva con N.

L’infedeltà di C. è stata scoperta dal marito ma tanto il prete come l’amante hanno negato la relazione. Nell’aprile del 2016, dopo che il marito di C. ha presentato prove inconfutabili che dimostravano la relazione, i due amanti la hanno ammessa e ora la coppia ha chiesto il divorzio.

La commissione del Vaticano che indaga, rappresentata dal Vicario Giudiziale Dante Simon e il notaio Juan Martìnez sta esaminando il caso di Amarilla parallelamente all’indagine della magistratura sul Provolo, nonostante pubblicamente abbiano dichiarato il contrario. Le prove presentate sarebbero già sufficienti perche Amarilla venga condannato dalla giustizia Canonica con l’espulsione dalla chiesa.

La comunità in qui vive Amarilla è confusa e il sospetto che i suoi comportamenti presto sarebbero divenuti di pubblico dominio, malgrado le minacce e il disperato tentativo da parte delle persone coinvolte di insabbiare tutto.

Violenza di genere

Secondo quanto è trapelato, nel maggio del 2016 ci fu una chiamata al 911 nella quale si denunciava un caso di violenza di genere a Carrodilla. Le persone coinvolte risultano essere Amarilla e N.

Il religioso e la sua amante hanno sporto denuncia al commissariato 47 ma il caso non è giunto ad una istanza giudiziaria.

Abusi

Amarilla è stato segnalato da almeno quattro minori come autore di vessazioni nell’istituto Provolo. Ancora non ci sono denunce in sede giudiziaria perché le vittime, fino all’arrivo della magistratura non sapevano parlare il linguaggio dei segni e quindi non in grado di fare una deposizione. Attualmente i familiari delle presunte vittime stanno lavorando affiancati da insegnanti specializzati affinché i loro figli possano deporre le loro dichiarazioni e quindi avviare le denunce penali.

Una minorenne ha raccontato ai familiari di essere stata obbligata insieme ad altri due compagni ad assistere a rapporti tra Amarila, N. e una terza persona che non è stata identificata. Inoltre i familiari dei minori denunciano che Amarilla e altri dipendenti del Provolo organizzavano escursioni dall’istituto senza autorizzazione ne avviso preventivo ai genitori dei bambini. Alcune di queste escursioni sono state scoperte successivamente grazie a pubblicazioni fatte sui social network.

Dalla pubblicazione di questo articolo, tutti i tentativi di comunicare con padre Ramon Amarilla sono stati vani. Da parte sua l’Istituto Antonio Provolo rimane chiuso per disposizione della DGE fino alla sentenza della causa per abusi attualmente in corso.

http://www.mendozapost.com/nota/63066-investigan-a-un-empresario-por-lavado-de-dinero/

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Redazione servizio web

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Ci scusiamo per i disagi.

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Informazione sui contenuti

La Rete si è impegnata al compimento di “Spotlight on Italian survivors” coniugando il lavoro enorme occorso alla necessità di tentare di colmare un vuoto insopportabile nel nostro Paese, di cui pare non esserci realistica percezione: la pericolosità incombente sulla vita dei bambini e delle bambine commisurato alla vastità del fenomeno italiano, ma che non riguarda solo il perimetro di influenza della chiesa-istituzione.

Questo contributo ha come scopo principale quello di puntare un cono di luce, deciso e abbagliante, sulla carenza della tutela preventiva e protettiva, che deve essere concreta ed urgente verso i minori e le persone poste in posizione di vulnerabilità.

Ciò va inteso senza limitazione di genere, o inclinazione sessuale, riguarda tutti, nessuno escluso.

Senza allarmismi, riguarda i genitori che ignari delle insidie di cui sono ancora intrisi gli spazi parrocchiali e di vita comunitaria vi affidano i propri figli. Spazi da non potersi realisticamente reputare protettivi e, teniamo a sottolineare, non limitabili alle responsabilità di prevenzione e contrasto imputabile alla sola chiesa cattolica.

Tuttavia seppur convinti che i predatori sessuali, sono tutti uguali, con o senza abito talare, occorre prendere atto che lo stato delle cose non impedisce loro né di colpire, né di ripetere il crimine.

E’ altrettanto importante evidenziare che “Spotlight on Italian survivors” così come ogni attività posta in essere dall’Associazione, trattando o rimandando ad inchieste giudiziarie, a procedimenti penali non ancora conclusi, induce a ritenere innocenti tutte le persone citate a vario titolo – consacrate e non -  seppur condannate nei primi gradi di giudizio.

Nel nostro ordinamento, infatti, la presunzione di innocenza copre l’intera vicenda processuale.

E questo principio facciamo nostro.

               Il direttivo della Rete l’Abuso

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