<h2 class="article-subtitle" style="text-align: justify;">Don Mauro Inzoli, legato a Comunione e Liberazione, è stato condannato a 4 anni e 9 mesi per gli abusi sessuali su minori</h2> <div class="web_widget_giornalista rs_skip"> <h3 class="article-signature" style="text-align: justify;">di <span class="writer">Gilberto Bazoli</span></h3> <p style="text-align: justify;">«Il contesto evidenzia come l'imputato abbia negli anni approfittato con spregiudicatezza della propria posizione di forza e prestigio per ottenere soddisfazione sessuale, tradendo al fiducia in lui riposta dai giovani nei momenti di confidenza delle proprie problematiche personali ed anche nel corso del sacramento della Confessione». Lo scrive il gup di Cremona Letizia Platè nella motivazione della sentenza nei confronti di don Mauro Inzoli, ex leader di Comunione e liberazione e soprannominato il «prete in Mercedes», parroco della Chiesa della Santissima Trinità di Crema, <a href="http://milano.corriere.it/notizie/cronaca/16_giugno_29/abusi-minori-condannato-4-anni-9-mesi-prete-mercedes-4e0727b4-3e03-11e6-8cc3-6dcc57c07069.shtml">condannato a 4 anni e 9 mesi per violenza sessuale</a>. Le cinque vittime (all'epoca dei fatti il più giovane aveva 12 anni, il più grande 17), costituitesi parte civile e uscite dal processo dopo essere state risarcite (25.000 euro a testa), parlano di «baci diventati particolarmente insistenti e quasi violenti», «carezze nelle parti intime», «palpeggiamenti» e altro ancora. Tutti episodi accaduti tra il 2005 e il 2008. Uno di quei ragazzi, che oggi ha 24 anni, ha ricordato di non aver avuto la forza di rivelare l'accaduto ai genitori perché consideravano il carismatico sacerdote «come una specie di idolo meritevole di venerazione». Scrive il giudice: «L'utilizzo strumentale da parte dell'imputato della propria posizione di guida religiosa per i giovani si evince anche dal fatto che in taluni casi diede alle sue vittime spiegazione di ciò che aveva fatto citando alcuni passi biblici o narrando episodi della tradizione ebraica». Gli strascichi psicologici sono stati pesanti. «Da alcune testimonianze si evidenzia l'esistenza di un danno morale di ampia portata». Uno dei giovani di allora è andato in depressione. Di un altro, che si ribellò rigando la Mercedes su cui don Inzoli circolava e che nel 2012 si è suicidato, il fratello ha detto: «Nell'ultimo periodo aveva nuovamente ripreso a parlare delle vicende degli abusi subiti da don Mauro che evidentemente lo avevano comunque segnato se a distanza di tanti anni aveva ripreso ad affrontare l'argomento«. Cinque gli accusatori «ma il quadro che emerge mostra l'esistenza di condotte analoghe nei confronti di una pluralità indiscriminata di soggetti». Nella lettera allegata alla memoria difensiva, don Inzoli si dichiara «profondamente addolorato per quanto per mia responsabilità accaduto».</p> <p style="text-align: justify;">http://milano.corriere.it/notizie/cronaca/16_novembre_24/condanna-prete-mercedes-ha-approfittato-suo-ruolo-d7439aea-b26f-11e6-b816-d363c3de2004.shtml?refresh_ce-cp</p> </div>