Di Francesca Lagatta – Quando il Presidente Francesco Zanardi ed io avevamo deciso nell’aprile scorso che avremmo creato il primo tg al mondo che trattasse il tema della pedofilia clericale, eravamo entusiasti. Non che ci piacesse l’argomento, tutt’altro, ma essere i primi a rompere il tabù su un argomento così delicato e ancora per certi aspetti inesplorato dai media, ci faceva sentire fieri.
Così, senza girarci troppo intorno e senza nemmeno curarci troppo delle scenografie, avevamo girato la puntata pilota con la sola attrezzatura disponibile, senza chiedere aiuto a nessuno. Con le immagini girate da due comunissime fotocamere, avevamo dato vita a un piccolo prodotto editoriale di tutto rispetto, tanto da guadagnarci numerose pagine sulla stampa italiana.
Col passare delle settimane, erano cresciuti a dismisura i numeri e l’interesse per quel telegiornale in onda settimanalmente sul web che, benché non fosse costato milioni, era riuscito a tirare fuori, con tanto di nomi e cognomi, il peggio del peggio del controverso sistema ecclesiastico. E ce la ridevamo di gusto, pensando alle facce di quei signorotti che in nome Dio compiono i peggiori reati del mondo e che, fino ad allora, non erano abituati ad essere derisi ed accusati in pubblica piazza. Una soddisfazione immensa.
Poi, un giorno, il Presidente Zanardi, anima, cuore e mente dell’associazione Rete L’Abuso Onlus, decide di fare un esame medico perché ha qualche piccolo disturbo di salute, comunicandolo in tutta tranquillità e la solita autoironia. Ma la mala sorte, vile e beffarda, in quelle ore se ne stava a spiare dietro l’angolo, pronta ad uscire allo scoperto per segnare, l’ennesima volta, l’anima di un uomo che ha già troppe ferite sanguinanti.
Quell’esamino che doveva durare una ventina di minuti al massimo, dura più del previsto, quasi tre ore, seguito da un inquietante silenzio che persiste sino al tardo pomeriggio. Invio un sms per avere buone notizie, sperando che Francesco sia solo un po’ debilitato. Invece no, la sua risposta è secca, lapidaria, senza fronzoli.
Non so ben spiegare cosa si prova in quei momenti, ma la sensazione è più o meno quella di perdere il contatto con la realtà, quella di non percepire più la terra sotto i piedi. Continui solo a chiedere a te stesso se sta succedendo davvero o sei solo catapultato in un incubo. E quando realizzi che una delle persone alle quali vuoi più bene al mondo, quella con cui hai condiviso gioie e dolori, con cui hai sperato e imprecato per un mondo più giusto, ha il nemico in corpo, anzi due, e uno è così grosso che non ha lasciato passare la sonda, l’angoscia ti scaraventa nei meandri del dolore e della paura.
Ma è solo un momento. Quelli come noi, penso, non possono lasciarsi schiacciare dagli eventi. Abbiamo combattuto e annientato nemici ancora più cattivi e aggressivi, e poi abbiamo sempre promesso che il nostro coraggio sarebbe stato più forte della paura, in qualunque circostanza.
E d’altronde Francesco ha subito messo le cose in chiaro: «Questa fase della mia vita sarà solo un altro brutto ricordo». Perché questo uomo esile, che porta i segni della vita in viso e nel corpo, sa bene che è capace di sopravvivere a ogni cosa. E’ sopravvissuto alle violenze sessuali di don Nello Giraudo, al suicidio di una madre, all’abbandono del padre, alle ire funeste di certi potenti, alle morti sospette avvenute intorno a lui, alla macchina del fango, ai soprusi, alle intimidazioni, alle minacce, a tutto. Francesco Zanardi è solido come il cemento armato e ne uscirà vincitore anche stavolta. Solo che ora, in attesa di entrare nella trincea di una sala operatoria, ha tanto bisogno di riposare, pertanto, per necessità ed etica, nelle prossime settimane siamo costretti a sospendere ogni attività.
Certo, potrebbero condurlo altre persone il tg, ma non avrebbe senso. Francesco Zanardi non è solo il Presidente dell’associazione Rete L’Abuso, lui è Rete L’Abuso. Vittorie, conquiste, idee e battaglie sono tutta farina del suo sacco. E Dio solo sa, se esiste da qualche parte nell’Universo, quanto sacrificio sia costato fondare e trainare una carretta sgangherata, da solo, con le proprie forze, fino a farla diventare una fiammante Testa Rossa dell’associazionismo e dell’informazione su uno dei temi più scottanti al mondo.
Ci rivedremo certamente a settembre, e ci rivedremo in una veste certamente più bella ed elegante. Approfitteremo della calma estiva per concentrarci meglio e di più su combattere i balordi di cui verremo, nostro malgrado, a conoscenza. Quanto alla malattia, le abbiamo già prenotato il viaggio di sola andata all’inferno.
Presidente, siamo tutti con te.
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