Mancava un giudice. Per questo motivo il processo a carico di Don Marino Genova, presente oggi in aula insieme a Giada Vitale (la sua vittima), è stato rinviato al 20 dicembre prossimo. Quando davanti al pm Federico Carrai la giovane oggi 21enne dovrà ricordare il calvario degli abusi subiti quando aveva meno di 14 anni e per i quali il sacerdote, nemmeno sospeso a divinis, dovrà rispondere. In aula c’era oggi l’avvocato Arturo Messere, che si è costituito parte civile in rappresentanza della vittima, che ha ricordato, ai microfoni di Telemolise al collega Tonino Danese, quale sarà la sua strategia difensiva. Ossia quella di dimostrare che Giada Vitale è vittima delle azioni di una persona che, tra le altre cose, aveva anche un ruolo istituzionale di cura e di educazione nei confronti della giovane. La testimonianza di Giada e di altre persone di Portocannone arriverà quindi 5 giorni prima di Natale. Giada stessa si aspetta giustizia. Una giustizia che forse non allevierà il ricordo di quanto subito ma che potrebbe restituire quel minimo di serenità che le serve per affrontare la sua vita di adulta.
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