Gaetano Di Meglio | Come vi abbiamo ampiamente annunciato nell’edizione di ieri, martedì mattina (31 maggio) si è svolta nella sede vescovile un’assemblea straordinaria del presbiterio ischitano convocata la sera prima e con massima urgenza dal Vescovo Mons. Pietro Lagnese.
Ci si attendeva qualcosa di molto grosso e così è stato. Gran via vai in via del Seminario con i preti focolarini in grande spolvero…
Dopo aver affrontato diversi argomenti di carattere pastorale, prima di congedare i sacerdoti, il Vescovo ha brevemente rese note le determinazioni della Congregazione per la dottrina sulla fede in riferimento ai provvedimenti disciplinari a carico di don Nello Pascale e don Giovanni Trofa, accusati entrambi di abusi sessuali, nel primo caso pare addirittura a danno di minori.
Cose vecchie, accuse risalenti ai decenni passati, ma che hanno preso “fuoco” solo ora grazie al nuovo corso di purificazione del clero voluto da Benedetto XVI prima e da papa Francesco poi.
Se ieri ci siamo fermati a raccontarvi la notizia grossolana, oggi possiamo scendere nel dettaglio.
La Santa Sede ha dunque disposto la riduzione allo stato laicale per don Nello Pascale, mentre per don Giovanni Trofa si aprono le porte di chissà quale convento (deciderà Lagnese) per la clausura perpetua.
Clamoroso appare il verdetto, dopo che per mesi, gli amici dei due ex parroci dello Schiappone e di Fontana, avevano manifestato grande fiducia e ottimismo sugli esiti di una vicenda che ha destato grande scandalo tra i fedeli, non solo dell’isola d’Ischia.
Sembrerebbe che il plico contenente i decreti di condanna sia giunto ad Ischia ai primi di marzo, ma solo dopo l’ultimo incontro con papa Francesco, avvenuto lunedì scorso, Pietro Lagnese ha deciso di darne comunicazione ai due interessati e, appunto, al clero ischitano.
Da marzo fino a martedì mattina, specialmente per don Giovanni Trofa, si pensava ad una assoluzione piena. E in effetti l’ex parroco di Fontana scalpitava in attesa di poter finalmente festeggiare una vittoria che il suo avvocato di fiducia (nonché numerosi altri esperti di diritto canonico) davano per scontata.
Tant’è che più di un amico ci ha riferito che in uno delle visite da parte del Vescovo e di un alto prelato locale, ci siano state anche le scuse per quello che sarebbe accaduto.
Discorso invece molto diverso per Pascale, apparso alquanto rassegnato al punto tale che nei giorni scorsi ha provveduto a ritirare i suoi oggetti personali dalla canonica dello Schiappone.
A tal proposito, a far pendere la bilancia nettamente in direzione dell’accusa pare sia intervenuto direttamente papa Francesco che evidentemente, in quanto sovrano assoluto della chiesa, al di là delle procedure giuridiche previste dal diritto canonico e indipendentemente dalla consistenza delle prove raccolte, nel suo ospedale da campo non intende tollerare neppure l’ombra del sospetto.
“Se si sospetta che i medici (ovvero i preti) si siano ammalati, essi non vanno curati, ma allontanati. Con severità e senza misericordia” mutuiamo un po’ una riflessione di natura più cattolica.
Tutto questo naturalmente apre nuovi sconcertanti scenari per la chiesa ischitana. Non mancano, infatti, altri preti sui quali piovono ogni giorno pettegolezzi, calunnie, dicerie più o meno fondate. Alcuni di essi già tremano. Da parte sua Robespierre Lagnese va avanti come un carro armato. Di quelli che non fanno rumore, ma che non conoscono ostacoli. Francesco vuole e dispone. Il “focolare” della purificazione rischia ora di far esplodere un incendio. Avremo di che scrivere.
PARROCCHIE: LAGNESE REVOLUTION
L’ex parroco di Vitulazio, che per molti veste i panni del “salvatore” della Diocesi e dell’artefice della più grande operazione pulizia (non importano i figli e i nipoti sparsi per l’isola) del clero locale è pronto a cambiare volto all’assetto di molte parrocchie.
Una modifica importante che dovrebbe servire sia a coprire i vuoti che si sono creati dopo la “sentenza” che ha visto protagonisti Don Giovanni e Nello Pascale sia a fronteggiare la carenza di preti.
Partiamo dalla Parrocchia primaria Santa Maria La Mercede di Fontana che, dopo oltre 25 anni si avvia ad avere un nuovo parroco. In pole position c’è Marco D’Orio. Il giovane prete ordinato sacerdote poco fa insieme con Gianfranco Del Neso. Anche per Del Neso, ci sarebbe una destinazione importante. Ma la scopriamo tra poco.
Se D’Orio prende gli uffici di Trofa, la parrocchia dello Schiappone è destinata a scomparire (chissà che fine farà la Jacuzzi nella canonica…). Metà (Vatoliere e un po’ di Schiappone) si dovrebbe aggregare alla Parrocchia di Piedimonte “Santa Maria La Porta” con Don Luigi Trani. L’altra parte, invece, dovrebbe andare con Testaccio. Ma questa “modifica” dovrebbe significare anche che la parte alta di Piedomonte si dovrà aggregare con la Parrocchia di Don Emanuel Monte a Fiaiano. Un passaggio indolore. E’ lo stesso “focolare”.
Radio Diocesi, inoltre parla di altri interessanti spostamenti. Se teniamo per buona la modifica attuale ad Ischia Ponte, possiamo anche tenere per buona, come notizia, uno spostamento che è atteso da molti. Don Giuseppe Nicolella, infatti, sarebbe pronto a tornare nella sua Forio. E nella sua Sant’Antuono che dovrebbe prendere anche la Parrocchia di Campagnano che verrebbe abolita, andrà il giovane Gianfranco Del Neso.
Una vera e propria rivoluzione che, come ciliegina sulla torta, potrebbe prevedere anche un cambio per la Parrocchia di San Ciro.
Più di uno è sicuro che Lagnese stia operando bene e che fa bene a completare la pulizia. Qualche altro, invece, non è tanto contento. Qualche altro, invece, ci guarda storto e ci minaccia con la sguardo. Ce ne faremo una ragione. Vediamo come va a finire questa storia di preti…