<p dir="ltr" style="text-align: justify;">“Don Giangiacomo Ruggeri è libero”. Titola così il “Corriere Adriatico”, il quotidiano più diffuso nelle Marche, che spiega: “decaduta anche la clausola che lo teneva lontano da Orciano. La Corte D’Appello di Ancona ha accolto il ricorso presentato dall’avvocato Gianluca Sposito, dimezzando la pena inflitta a don Giangiacomo Ruggeri: un anno, undici mesi e dieci giorni e pena sospesa”. “Il parroco – ricorda l’articolo – era stato condannato per<strong> atti sessuali su una tredicenne e atti osceni in luogo pubblico.</strong> Il pronunciamento emesso dal presidente della Corte Bruno Castagnoli ha accolto integralmente il ricorso riformando la sentenza di primo grado che lo condannava a due anni e sei mesi, disposta dal giudice Maurizio Di Palma di Pesaro nel dicembre 2013″. “E’ questa una vittoria della linea difensiva da sempre portata avanti e riconosciuta in appello – ha commentato il legale Sposito – va sottolineato inoltre come la decisione dei giudici dorici appare assolutamente adeguata al caso e ai fatti che hanno coinvolto il mio assistito. Il dispositivo fa decadere anche le altre misure cautelari precedentemente previste. Don Ruggeri è così libero. La sentenza d’appello, fa decadere quindi automaticamente anche la misura cautelare che imponeva al sacerdote il divieto di dimora ad Orciano, residenza originaria del mio assistito e luogo di residenza della minore”.</p> <p dir="ltr" style="text-align: justify;">Resta da chiedersi se questa sia giustizia. E da sperare che le norme canoniche (che prevedono per questi casi la riduzione allo stato laicale, perché il sacerdozio non serve a salvare l’individuo ma è un servizio agli altri) siano applicate in modo serio dalla Congregazione per la Dottrina della Fede, che è competente su questi casi. Riportiamo una dichiarazione dell’arcivescovo di Malta Charles Scicluna, presidente della Corte d’Appello della CDF, che sembra appropriata a questa situazione: nel caso “in cui un processo civile penale ha trovato il chierico colpevole di abusi sessuali su minori o quando le prove sono schiaccianti, la Congregazione per la Dottrina della Fede può scegliere di portare il caso direttamente al Papa con la richiesta che egli emani un decreto <i>ex officio</i> di dimissione dallo stato clericale. Non vi è alcun rimedio canonico contro tale decreto papale”.</p> <p dir="ltr" style="text-align: justify;">E Papa Francesco il 27 maggio 2014 nell’aereo che lo riportava da Gerusalemme a Roma fu molto chiaro in proposito: <strong>“In Argentina, ai privilegiati noi diciamo: ‘Questo è un figlio di papà’. In questo problema non ci saranno figli di papà. In questo momento, ci sono tre vescovi sotto indagine: sotto indagine, tre, e uno è già condannato e si sta valutando la pena da comminare. Non ci sono privilegi. Questo abuso dei minorenni è un reato tanto brutto, tanto… Noi sappiamo che è un problema grave dappertutto, ma a me interessa la Chiesa. Un sacerdote che fa questo, tradisce il Corpo del Signore, perché questo sacerdote deve portare questo bambino, questa bambina, questo ragazzo, questa ragazza alla santità; e questo ragazzo, questa bambina si fida, e questo invece di portarli alla santità, abusa di loro. E questo è gravissimo! E’ proprio come… farò un paragone soltanto: è come fare una Messa nera, per esempio. Tu devi portarlo alla santità e lo porti a un problema che durerà tutta la vita… Prossimamente ci sarà una messa con alcune persone che hanno subito abusi, a Santa Marta, e poi una riunione con loro: io e loro, con il Cardinale O’Malley che è della Commissione. Ma su questo si deve andare avanti, avanti: tolleranza zero”.</strong></p> <p dir="ltr" style="text-align: justify;">Edoardo Izzo</p> http://www.farodiroma.it/2016/03/23/pena-dimezzata-per-don-ruggieri-ora-tocca-alla-cdf-essere-seria/