«Nella Chiesa non c’è spazio per preti o religiosi pedofili». Intervistato da Andrea Tornielli su La Stampa, dopo la settimana di passione che lo ha visto protagonista di fronte agli investigatori della Commissione governativa anti-pedofilia australiana, il cardinale Pell ha scelto di seguire la linea indicata da papa Bergoglio nella presunta battaglia del Vaticano contro la pedofilia clericale. Già, presunta, almeno da un punto di osservazione laico.
«Tolleranza zero» – la formula tanto esaltata dalla Chiesa e indicata come segnale inequivocabile di svolta dai giornali italiani che le vanno appresso – per il pontefice argentino e per il card. Pell da lui voluto alla guida del superministero dell’Economia della Santa sede, significa infatti che i preti pedofili nella loro Chiesa non ci possono stare perché l’abuso è un’offesa a Dio, cioè un delitto contro la morale.
Nulla dunque è cambiato dai tempi di Joseph Ratzinger che da papa emerito il 24 settembre 2013 definiva la pedofilia «abuso morale di minorenni da parte di sacerdoti» nel famoso carteggio con il matematico Odifreddi su Repubblica. Nulla è cambiato, dicevamo: la pedofilia per Bergoglio e le gerarchie vaticane rimane un peccato e i preti violentatori di bambini sono prima di tutto dei peccatori.
Il «crimine odioso» sempre per dirla con Benedetto XVI, è contro Dio. Dunque in chiesa o in parrocchia a portare il Verbo in terra i pedofili non ci possono stare. Ma in società sì, perché in fin dei conti siamo tutti peccatori. Tanto è vero che, come ha fatto notare l’Onu nel 2014 e come insegna il caso di don Inzoli che va a processo il 9 marzo solo in seguito a un esposto del deputato Sel Franco Bordo e dell’associazione di vittime Rete L’Abuso, anche sotto la guida del papa gesuita la Santa sede continua a evitare di segnalare all’autorità giudiziaria i sacerdoti dimessi dallo stato clericale in seguito a una condanna definitiva per abusi su minori emessa dalla Congregazione per la dottrina della fede (7mila denunce e quasi 900 espulsioni dal 2004).
Perché le leggi terrene non sono nulla in confronto a quella divina. E poco importa se dei serial killer – ai quali è equiparabile il profilo criminale e la malattia mentale di un pedofilo – se ne vanno indisturbati a spasso in cerca di bambini.
Federico Tulli
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