Il giudice monocratico Matteo Torre, del Tribunale di Marsala, nel processo che vedeva don Vito Caradonna imputato per molestie telefoniche e minacce, ha assolto il prete marsalese “per non aver commesso il fatto”.
Gli avvocati difensori di Caradonna, Stefano Pellegrino e Luigi Pipitone: “Siamo soddisfatti del risultato raggiunto e riteniamo che sia il primo passo di un percorso che ci consentirà di rendere giustizia al nostro assistito. La parte offesa ha escluso che le minacce telefoniche anonime ricevute possano essere riconducibili a Vito Caradonna perché il timbro di voce era completamente diverso anche per via dell’accento palermitano”.
Per l’ex parroco della chiesa di contrada San Leonardo ed ex cappellano del carcere di Marsala il pm Calò aveva chiesto la condanna a 3 mesi di reclusione. Il processo in questione scaturisce dalla denuncia di Antonino La Rosa (40 anni), persona offesa, assistita dall’avvocato Edoardo Alagna, che nell’estate 2011 ricevette per quattro giorni alcuni messaggi anonimi a tema minaccioso: “Ti uccido. Non hai capito niente sei tu quello che devo distruggere. Saluta per sempre le persone che ami perché non le rivedrai mai più”. L’avvocato Alagna: “Il mio assistito ha ricevuto questo genere di messaggi per circa quattro giorni. Poi ha sporto denuncia contro ignoti”.
Prima ancora era gli era arrivata una telefonata anonima altrettanto minacciosa. Tuttavia la scheda telefonica usata per chiamata ed sms risulta intestata a don Vito, ma i legali hanno sottolineato che non c’è prova che sia stato lui ad usarla”.
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