I carabinieri hanno messo agli arresti domiciliari il 73enne don Giampiero Peschiulli, accusato di violenza sessuale anche su 14enni. Aveva lasciato l’incarico dopo un servizio delle Iene
di SONIA GIOIA
Sarebbero due chierichetti, entrambi minori di 14 anni, le vittime di don Giampiero Peschiulli, il sacerdote di Brindisi finito ai domiciliari dopo le indagini scattate a suo carico a seguito di un servizio firmato dalla trasmissione televisiva Le Iene il 29 ottobre scorso. Un andazzo che nella parrocchia di Santa Lucia sarebbe andato avanti da tempo, sospettano gli investigatori brindisini, addirittura con la complicità dell’ex vescovo Rocco Talucci. Il quale ai genitori di due dei bimbi molestati che gli avevano chiesto aiuto avrebbe “espresso meraviglia – si legge negli atti – sul fatto che i giovani avessero parlato in casa delle molestie ricevute”.
Non è tutto. A quanto pare il vescovo (l’unico brindisino ad avere l’onore di ricevere il Papa nella storia della città) “aveva invitato le vittime degli atti sessuali a non denunciare la vicenda e a non parlarne con altri”. È quello che riferito i familiari di diversi adolescenti di allra. Uno di questi oggi ha quasi trent’anni e ai parenti ha raccontato che quando aveva dieci anni era spesso stato accarezzato in modo morboso.
Sono state proprio le querele di parte firmate dalle ultime due giovani vittime, dopo la messa in onda del servizio, a far scattare gli approfondimenti investigativi e quindi gli arresti a carico del prete, fino a ieri indagato a piede libero. Inchiesta con appendice di intercettazioni telefoniche, come quella all’indirizzo di uno dei due chierichetti. “Ho capito, ho capito, mi hai tradito, ho capito ho capito”, dice il prete al ragazzino che si scusa di non essere riuscito ad andare in parrocchia per impegni di studio.
Non è da uomo in abito talare, secondo l’interpretazione del pm Giuseppe De Nozza, la replica del sacerdote: “Sine (che in dialetto brindisino sta per sì), mi hai come si dice aspetta, come si dice la parola, sedotto e tradito”. Per scongiurare che il sacerdote potesse nuocere ulteriormente riservando ai piccoli parrocchiani le sue attenzioni, il pm ha chiesto e ottenuto l’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari. Dopo il provvedimento del gip, nessuna replica da parte della curia brindisina.
L’attuale arcivescovo aveva accettato il passo indietro, informando la parrocchia sugli sviluppi della vicenda e specificando che “da quando ha assunto la guida della diocesi non gli era pervenuta alcuna denuncia riguardo i fatti su cui si sta indagando”. Infine ha nuovamente “invitato alla preghiera e all’impegno l’intera comunità diocesana perché il male non prevalga e le comunità cristiane, in cui vi sono tanti sacerdoti generosi e ammirevoli, proseguano con perseveranza il loro cammino”.
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