<p style="text-align: justify;"><strong>Il sacerdote incontra il suo avvocato in carcere: “Sono cosciente dei miei errori”</strong></p> <div class="ls-articoloSuperIntestazione" style="text-align: justify;"> <div class="ls-articoloAutore"> <div> <div>ANDREA ZANELLO - <span style="font-size: 1rem;">VERCELLI</span></div> </div> </div> </div> <div class="ls-articoloTesto"> <div class="testo-interno"> <p style="text-align: justify;">Un interrogatorio breve, con poche parole ma parecchio pesanti. Ieri in carcere a Vercelli don Massimo Iuculano davanti al giudice per le indagini preliminari Giulia Pravon si è avvalso della facoltà di non rispondere. Ma ha anche rilasciato una breve dichiarazione spontanea. “Un presa di coscienza dei suoi errori” l’ha definita l’ avvocato Carlo Blengino.</p> <p style="text-align: justify;">Che però ha il sapore dell’ammissione di colpa: “Sono cosciente dei mie errori e delle mie debolezze e sono disponibile a parlare davanti al pubblico ministero” ha detto don Massimo che ha tenuto a specificare anche che l’istituto professionale salesiano CNOS-FAP non ha alcuna responsabilità nella vicenda. Don Massimo, il referente della comunità salesiana a Vercelli, è in carcere da venerdì con l’accusa di aver abusato di tre minorenni. Proprio la congregazione di don Bosco ha dato mandato all’ avvocato Carlo Blengino di rappresentare il sacerdote.</p> <p style="text-align: justify;">Sinda subito il legale ha sottolineato come i salesiani vogliano tutta la verità sulla vicenda. Anche per questo don Massimo è stato sospeso dall’esercizio pubblico di ministero sacerdotale dalla sua congregazione. “Un provvedimento invia cautelativa” ha spiegato il suo legale, ma che segue a ruota quello arrivato subito dopo l’arresto e deciso dall’arcivescovo Marco Arnolfo che aveva sospeso don Massimo dal servizio episcopale . Domenica il numero uno della chiesa vercellese aveva guardato in faccia i fedeli che occupavano i banchi chiesa del Sacro Cuore di Gesù, la parrocchia di don Massimo, dicendo che la magistratura doveva fare il suo lavoro e che il condizionale era d’obbligo. Ma aveva anche detto di pregare per i ragazzi coinvolti e per le loro famiglie. Ieri la magistratura si è mossa e sono arrivate le dichiarazioni spontanee di don Massimo, che ha detto di voler parlare davanti a Francesco Saverio Pelosi ,il pubblico ministero della Procura di Torino titolare dell’inchiesta.</p> <p style="text-align: justify;">E forse racconterà le sue verità, mettendo nero su bianco quali siano stati i suoi errori e le sue debolezze di fronte alle prove raccolte dagli inquirenti in sette mesi di indagini in cui nulla è stato lasciato al caso. Intercettazioni e filmati hanno trovato parecchi riscontri a quelli che erano i sospetti sul preste arrivato tre anni fa daTorino. Ci sono almeno tre episodi in cui il sacerdote avrebbe abusato di altrettanti minorenni, un quattordicenne italiano e due diciassettenni di origine straniera. Ma dal pc e dal telefono del sacerdote quarantaseienne, sequestrati dopo l’arresto, potrebbero emergere altri elementi. Intanto don Massimo rimane in cella: il suo legale non ha presentato nessuna istanza di scarcerazione.</p> <p style="text-align: justify;">http://www.lastampa.it/2015/04/28/edizioni/vercelli/don-massimo-le-prime-ammissioni-U5MWz6vEwQRmxQOlto7lsK/pagina.html</p> </div> </div>