Il tribunale di sorveglianza ha negato l’affidamento. Il sacerdote si è sempre proclamato innocente, rinchiuso in una cella di Pagliarelli
di SALVO PALAZZOLO
Si è sempre proclamato innocente, aveva chiesto di essere affidato ai servizi sociali, ma il tribunale di sorveglianza ha deciso di mandarlo in carcere per scontare la condanna a tre anni per abusi sessuali su minori. Don Paolo Turturro, ex parroco antimafia del Borgo Vecchio, è stato arrestato ieri pomeriggio. “Non ci aspettavamo questo esito – dice uno dei suoi legali, Vincenzo Gervasi – la procura generale aveva sospeso l’esecuzione della pena e aveva espresso parere favorevole alla richiesta di affidamento ai servizi sociali”. Ma il collegio presieduto da Giancarlo Trizzino ha deciso diversamente.
Si conclude così una vicenda giudiziaria durata 13 anni. Le indagini della sezione Minori della squadra mobile, coordinate dal sostituto procuratore Alessia Sinatra, hanno portato il 7 giugno scorso alla pronuncia definitiva della Corte di cassazione. Tre anni per alcuni baci pesanti a un chierichetto. Gli altre tre anni e sei mesi inflitti nel primo processo d’appello, per una violenza ancora più pesante, sono invece caduti per la prescrizione. Ma resta il racconto della vittima, che riporta alla fine degli anni Novanta, quando il sacerdote del Borgo Vecchio era il simbolo della Palermo che non si rassegnava alla violenza mafiosa. In quegli anni, don Turturro era già all’apice della notorietà per le sue battaglie sociali.
Ma il ritratto del sacerdote che emerge dal processo è un altro. A tinte fosche. Nei giorni scorsi, Turturro aveva detto di accettare la sentenza, aveva anche accettato di sottoporsi a un percorso terapeutico e di osservazione psicologica: così sperava di evitare il carcere dopo la decisione della Cassazione, facendo anche volontariato con un gruppo di anziani disabili, quattro ore al giorno, cinque giorni alla settimana. Ma è finito in carcere, per la prima volta, perché dopo le prime accuse era stato solo allontanato da Palermo. Ora, Paolo Turturro entra in una cella del carcere di Pagliarelli da sacerdote, perché la Chiesa non l’ha mai sospeso dopo i provvedimenti della magistratura: per lui era scattato solo un lungo esilio, prima in provincia di Messina, poi a Baucina, al Borgo della pace, che un tempo era il cuore delle attività con i bambini a rischio.
http://palermo.repubblica.it/cronaca/2014/11/20/news/niente_servizi_sociali_don_turturro_va_in_carcere-100972788/
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