<p style="text-align: justify;">Non solo abusi, non solo adescamenti. Dietro l'arresto di don Aldo Nuvola, un retroscena agghiacciante. <strong>(nella foto Massimo Pandolfo)</strong></p> <p style="text-align: justify;"><strong>PALERMO</strong> - Don Aldo Nuvola finisce in carcere. L'accusa è pesantissima: avrebbe adescato una decina di ragazzini in cambio di denaro. Cinque sono già stati identificati, altrettanti stanno per esserlo. E non è tutto, perché gli investigatori sospettano che l'ex parroco di Regina Pacis fino al 2009 potrebbe avere avuto un ruolo nell'omicidio di Massimo Pandolfo, l'uomo massacrato a coltellate nella zona del Teatro del Sole. Le indagini dei carabinieri del Reparto territoriale, coordinate dal procuratore aggiunto Maurizio Scalia e dal sostituto Calogero Ferarra, muoverebbero da una certezza: il diciassettenne che ha confessato il delitto Pandolfo si era sentito con il prete. Gli aveva raccontato tutto, ma lui avrebbe taciuto. Questo il sospetto. Ecco perché in ballo c'è l'ipotesi che possa avere avuto un ruolo, forse di copertura nel macabro delitto. I carabinieri hanno registrato una telefonata di alcuni minuti fra i due nelle fasi immediatamente successive alla morte di Pandolfo. Poco più di un anno fa Nuvola, ex insegnante di religione al Liceo Umberto, era stato condannato per avere. offerto soldi a un diciassettenne in cambio di una prestazione sessuale.</p> <p style="text-align: justify;"><strong>E fu pure condannato a un anno e mezzo</strong>, ottenendo, però, la sospensione condizionale della pena. Ed era a piede libero. Ora è finito in carcere. Non solo minorenni, anche adulti avrebbero detto sì alle richieste sessuali del prete. Don Nuvola viene indicato come abituale frequentatore dei giri di prostituzione. Pagava le prestazioni con poche decine di euro, oppure con delle ricariche telefoniche o sacchetti della spesa. Gli incontri avvenivano in macchina o a casa sua. La sua voce è stata pure intercettata e il sacerdote non nascondeva la preoccupazione di essere di nuovo “beccato” dalle forze dell'ordine. Gli inquirenti parlano di “conversazioni agghiaccianti”. Nuvola non aveva più assegnata una parrocchia, ma diceva messa in giro per la città. Anche nella cappella della stazione, dove avrebbe incontrato alcune delle sue vittime. Adesso è in stato di fermo al carcere Pagliarelli di Palermo. L'udienza di convalida si svolgerà domani mattina davanti al gip Agostino Gristina e in presenza dei difensori. Don Nuvola ha nominato Nino Caleca, Marcello Montalbano e Mario Zito.</p>