Alcuni giorni fa, è scoppiata una polemica alla Harvard University quando lo Harvard Extension Cultural Studies Club (con l’aiuto del Satanic Temple di New York) ha programmato la celebrazione di una “Messa Nera”, un rituale che stravolge la messa cattolica (ad esempio, dissacrando l’ostia della comunione).
Pur sapendo che durante la cerimonia non sarebbe stata usata l’ostia consacrata, i cattolici hanno reagito furiosamente al fatto che il campus permettesse che la cerimonia avesse luogo (malgrado il contesto accademico). Una edizione straordinaria del Crimson ha titolato “Odio a Harvard” ed il Rettore Drew Faust ha partecipato ad una contro-messa cattolica in risposta (parlando a mezza bocca del diritto alla libertà di parola).
A prescindere da cosa ne pensiate della messa nera, la verità è che non è stato leso alcun cattolico durante questo rituale. Ciò che è stato fatto era puramente simbolico. L’unico danno può essere stato quello alla sensibilità delle persone che si opponevano ad esso.
Viene quindi spontaneo chiedersi cosa diavolo stesse pensando Papa Francesco quando ha paragonato una messa nera alle molestie sui bambini all’interno della Chiesa:
Il Boston Globe ha aggiunto che Francesco ha usato un linguaggio forte nel denunciare l’abuso sessuale dei bambini da parte del clero, definendolo un “crimine molto grave” e dicendo che quando un prete abusa di un bambino, è come se avesse celebrato una messa nera come parte di un rituale satanico. «Dobbiamo agire con tolleranza zero», ha concluso il pontefice.
L’abuso sessuale è un crimine molto grave. Le vittime sono segnate per tutta la vita. I preti sono stati troppo spesso tirati fuori dai guai o trasferiti in altre parrocchie. Le persone vengono ferite, fisicamente, mentalmente ed emotivamente.
Una messa nera? Non fa male a nessuno. Al massimo, alcune persone sono sconvolte perché c’è chi non è d’accordo con loro e si fa beffe di un rituale che loro prendono molto sul serio. Ma anche se venisse dissacrata un’ostia consacrata, avrebbe lo stesso effetto della danza della pioggia. È simbolismo puro.
Che il Papa possa paragonare l’abuso sessuale su minori ad un innocuo (per quanto controverso) rituale svilisce ogni bambino che è stato stuprato da un prete cattolico.
A dire il vero, reg Epstein, cappellano umanista di Harvard che si era opposto alla messa nera, si è indignato per il paragone fatto dal Papa, scrivendo su Facebook: «Questa dichiarazione è raccapricciante e offensiva. Non si possono paragonare estese violazioni dei diritti umani ad un recente singolo episodio di fuorviante attivismo satirico. Non sono simili, ma molto, molto peggio. […] Spero che persone di qualsiasi appartenenza religiosa e non religiosa focalizzino l’attenzione su questa dichiarazione fuori luogo di #PapaFrancesco. Contattatelo su twitter. Si spera che funzioni. Dovrebbe chiedere scusa e poi trovare una maniera molto diversa quando parla di abuso se vuole realmente farsene carico».
Dubito che contattarlo su twitter cambierà il modo di pensare del Papa, ma certamente il suo staff e i giornalisti che lo vedono con regolarità gli potranno chiedere di chiarire e rettificare le sue parole.
Per un Papa conosciuto in tutto il mondo per la sua gentilezza, questa è stata una cosa estremamente stonata da dire
Hemant Mehta, Patheos
Traduzione di Flavia Vendittelli
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