SAVONA. «Figure interne alla curia hanno avvicinato alcune vittime di pedofilia tentando di farle ritrattare. Ho segnalato i gravi fatti alla Procura della Repubblica di Savona, al corrente degli episodi, che valuterà se intervenire». E una rivelazione pesante quella di Francesco Zanardi, responsabile della Rete l’Abuso, che, il giorno dopo l’intervista choc di Luisa Bonello, aggiunge un uiteriore tassello alla vicenda pedofilia savonese. Aprendo, però, un nuovo spiraglio di dialogo con la chiesa romana «Non escludiamo una collaborazione diretta con la chiesa romana bypassando i vescovi che, ad oggi, sembrano i maggiori responsabili dell’omertà nei casi di abusi su minori nelle parrocchie», il commento di Zanardi.
Ma a colpire ancora una volta la chiesa savonese è la nuova denuncia lanciata da Zanardi. «li fatto che segnaliamo è gravissimo – commenta- Diverse vittime di abusi, e alcuni dei loro familiari, sono stati contattati e raggiunti da persone che hanno tentato di spingere alla ritrattazione. Per questo ho giudicato essenziale segnalare in Procura tali vergognose azioni. Starà alla Magistratura decidere se intervenire. Si tratta, però, di un modo di operare non solo inaccettabile’ ma estremamente grave». E aggiunge: «La dottoressa Bonello dice di essere stata usata per portare informazioni all’interno della curia. Noi abbiamo le testimonianze di chi, da vittima, è stata addirittura invitata a ritrattare. Il dramma è che si tratta esclusivamente di ex cattolici: di persone, cioè, credenti, che frequentavano la chiesa e che sono state abusate proprio da chi professava la fede». Non solo accuse, da parte del referente di Rete l’Abuso, associazione attiva in tutta Italia, ma una proposta inviata al Papa e al Vaticano. «L’attività della Rete – dice Zanardi – è, partita da Savona, dal mio caso personale legato alle violenze subite da Nello Giraudo mettendo in evidenza gli altri gravi casi e portando a testimoniare numerose vittime. Il nostro lavoro, però, è oggi diffuso in tutta la nazione e, purtroppo, porta alla luce sempre la stessa dinamica: a bloccare il meccanismo della denuncia sono i vescovi. A Savona ne abbiamo la prova, come dimostrano i dossier e le lettere che la Magistratura ha reperito nella cassaforte della curia». Da qui la proposta di Rete L’Abuso. ,<Abbiamo rivolto una proposta al Papa e ai suo stretti collaboratori – dice Zanardi ¬ Ossia, offriamo una collaborazione nel sistema delle segnalazioni. Siamo disposti a segnalare i casi direttamente a Roma in modo che sia il Vaticano a intervenire senza dover attendere le denunce dei vescovi che, a quanto pare, non arrivano mai. Si tratta di una proposta e un tentativo di apertura che offriamo, non rinunciando, in ogni caso, al nostro ruolo di sorveglianza e di tutela”,>. Una soluzione che potrebbe capovolgere il modo di operare. «Si tratta di un modo per spezzare i! meccanismo dell’omertà – conclude Zanardi – se davvero la Chiesa intende farlo. Anche perché il meccanismo di denuncia da parte delle curie e da parte dei vescovi si è dimostrato fallimentare. Se una savonese è dovuta andare direttamente a Roma per consegnare al Papa quello che altri avrebbero dovuto rendere noto, mi sembra evidente che qualcosa non funzioni». E la conclusione: «Le vittime hanno bisogno di tutele e di verità. Vedremo se la nostra proposta verrà accolta e se, davvero, il Vaticano garantirà questo nuovo corso di trasparenza di cui parla>.
S.c.
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