<div align="justify"><i>Con una lunga lettera firmata “comunità parrocchiale di Portocannone” alcuni cittadini sostengono che la giovane presunta vittima di abusi sessuali da parte del sacerdote che il vescovo ha già sospeso a divinis abbia inventato tutto solo per soldi: “Assurda messa in scena architettata in maniera machiavellica con un solo e unico scopo… il denaro!”. Un documento intriso di illazioni in cui si deduce che gli incontri denunciati dalla giovane ora diciottenne a casa dell’ex parroco non sarebbero mai avvenuti perché «la vecchietta che abita vicino a lui non ha mai visto la ragazza né entrare né uscire». I parrocchiani autori della nota dicono di essere quasi tremila abitanti che non credono all’episodio, ma a Portocannone in realtà la popolazione è divisa e molti non sono proprio a conoscenza di questa lettera.</i></div> <p align="justify">di <b>Alessandro Corroppoli</b></p> <div align="justify"> <b><img class="size-full wp-image-61108 alignleft" src="http://pretipedofili.info/wp-content/uploads/2014/01/15792.jpg" alt="" width="280" height="241" />Portocannone.</b> Non sono bastate le raccomandazioni fatte direttamente da Monsignor Gianfranco De Luca, vescovo della diocesi di Termoli – Larino, ai parrocchiani e alla comunità tutta di Portocannone sul caso di don Marino Genova. Non è servito il monito ad abbassare i toni, e le spiegazioni che lo stesso ha dato lo scorso fine settimana. N<b>o, niente di tutto questo è servito a placare l’ira e la presa di posizione di alcuni parrocchiani di Portocannone che in una lettera - dai toni duri pieni di livore e al limite della querela - prendono una posizione netta a favore dell’ex parrocco, indagato per pedofilia, gettando accuse durissime sulla presunta vittima e sulla sua famiglia: </b><i>«Per noi è tutta una meschina e assurda messa in scena architettata in maniera macchiavellica con un unico e solo scopo...il denaro!».</i> Venerdì e sabato scorso, a margine della <a href="http://www.primonumero.it/attualita/news/topnews.php?id=1389897160" target="_blank" rel="noopener noreferrer">trasmissione televisiva Pomeriggio cinque – condotta da Barbara D’Urso – che aveva visto la partecipazione di Francesca (nome di fantasia),</a> la ragazza di Portocannone presunta vittima di abusi sessuali da parte dell’ex parroco Marino Genova, Monsignor De Luca si reca direttamente a Portocannone con il chiaro intento di smorzare i toni della polemica in attesa che la verità giudiziaria faccia il suo corso: «Sono preoccupato perché non vorrei che da quanto accade in questi giorni venga ulteriormente vilipesa e offesa la dignità della ragazza che è da salvaguardare e rispettare senza riserve e illazioni<i>».</i><b>Un invito caduto nel vuoto, tra i pochi che nello scorso fine settimana si sono recati nella Chiesa Madre di Portocannone. </b>Un suggerimento per nulla accolto da chi ha pensato di disobbedire in maniera palese e provocatoria al capo della Curia bassomolisana e alimentare polemiche e sospetti. <b>In una lettera firmata “La comunità parrocchiale di Portocannone”, i sostenitori di Marino Genova condannano senza se e senza ma la presunta vittima:</b> «Le accuse che la giovane muove a carico del nostro ex parroco sono totalmente infondate e questo si nota chiaramente dalle tante dichiarazioni da lei rilasciate e del tutto contrastanti tra di loro!» e sempre rivolgendosi al vescovo con un ‘Divinissima Eccellenza’ si chiedono e chiedono:«Si è mai chiesto come mai la ragazza abbia aspettato ben quattro anni prima di denunciare il fatto?» . I<b>nterrogativo che fa da preludio all’accusa più grave che gli scriventi fanno alla loro giovane compaesana: «Per noi è tutta una meschina e assurda messa in scena architettata in maniera macchiavellica con un unico e solo scopo...il denaro»</b> Un’accusa grave che diventa una vera prova, secondo i firmatari, perchè «da altre fonti abbiamo anche evinto che la giovane non ha mai tentato il suicidio e che non è mai stata ricoverata in una struttura pubblica, come lei stessa ha dichiarato» e, provando a smontare tutta l’architettura accusatoria:«Dirigiamoci anche un attimo verso la corista, che da quanto detto, sapeva tutto! Essendo super partes non può ritenersi attendibile, e poi, essendo una donna matura come mai non ha immediatamente denunciato il fatto alle autorità competenti?» e<b> concludono la riflessione attaccando e accusando la stessa testimone:« In questi casi la stessa potrebbe essere denunciata per favoreggiamento di abusi sessuali su minori».</b> <b>Insomma un processo in piena regola dove viene già emanata una sentenza. Una sentenza che condanna senza se e senza ma la ragazza, che oggi ha 18 anni e che ha raccontato in un esposto al vaglio della Procura della Repubblica di aver subito violenze sessuali da parte di don Marino da quando di anni ne aveva 13.</b> Una lettera inviata a Papa Francesco (così almeno fanno sapere gli autori) dove gli accusatori sono giudici ma dove gli stessi badano bene a firmare la missiva non con i propri nomi e cognomi preferendo rifugiandosi dietro ad un ambiguo “La comunità parrocchiale di Portocannone”, lasciando intendere come l’intera comunità sia d’accordo con la loro tesi accusatoria. <div></div> <b>«Eccellenza, si chieda come mai quasi tremila abitanti non credono a quanto è stato denunciato... o siamo tutti matti, o conosciamo bene sia la ragazza che il nostro ex parroco , persona assolutamente coscienziosa e pronto a risolvere qualsiasi problema se qualcuno ne aveva bisogno». </b> Ma i tremila abitanti cui si fa menzione sono in gran parte completamente all’oscuro della lettera, e dunque non coinvolti dalle pesanti accuse contro la ragazza. In realtà la comunità di Portocannone – come abbiamo avuto modo di raccontare sulla base di testimonianze – non solo in gran parte di questa lettera non ne sa nulla, ma è anche divisa e sconcertata per l’accaduto e attende che la giustizia - quella vera - faccia il so corso. Così come farà il suo corso il processo canonico in cui Marino Genova è sottoposto. <b><a href="http://www.primonumero.it/attualita/primopiano/articolo.php?id=15700" target="_blank" rel="noopener noreferrer">Un processo che è stato avviato perchè l’ex parroco è stato, seppur in via cautelativa, sospeso ’a divinis’.</a> </b>È lo stesso lo stesso vescovo De Luca a dichiarare che «nel prendere atto della denuncia e della sua verosimiglianza, abbiamo usato tutta le rapidità e la determinazione necessarie sia nell’allontanare il presbitero dal luogo del proprio ministero, sia nel farci vicino alla minore che risultava profondamente scossa dall’esperienza vissuta» a cui aggiunge che «nei colloqui intercorsi con la minore e i familiari, in modi diversi e a più riprese, è stato espresso il dolore e chiesto perdono per l’accaduto, ho cercato di salvaguardare la persona della minore esortandola, fin dal primo incontro, a esporre denuncia per l’accaduto invitandola a restare serena e a rimanere in tutte le attività parrocchiali e non, nelle quali era coinvolta, assistendola perché iniziasse un percorso di sostegno psicologico». <b>Il vescovo chiede perdono alla vittima e i parrocchiani, una parte di essi, di Portocannone accusano la vittima. Che sta succedendo in paese?</b> Ma soprattutto, dato che le indagini sono ancora in corso perchè i firmatari della lettera non depongono le loro verità alle autorità competenti? Misteri della fede. </div> <b>LINK</b> <a href="http://www.primonumero.it/attualita/news/1390498942_caso-don-marino-genova-l-avvocato-della-vittima-replica-il-papa-gi-stato-informato.html" target="_blank" rel="noopener noreferrer">La replica dell'avvocato della ragazza</a> <p align="right"><i>(Pubblicato il 22/01/2014)</i></p>