Formula piena per l’ex rettore del seminario minore di Rubano che era accusato da un ventiduenne con forti problemi psichici: “perché il fatto non sussiste”
PADOVA. Assolto con formula piena don Gino Temporin, 67 anni, ex rettore del seminario minore di Rubano, accusato di violenza sessuale aggravata nei confronti di un ex studente dell’istituto. Il tribunale di Padova l’ha assolto “perché il fatto non sussiste”. Il pubblico ministero Maria D’Arpa aveva chiesto 7 anni di carcere e, come pene accessorie, l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e da qualsiasi ufficio attinente alla tutela e alla curatela.
Restituito dunque l’onore al prete che in quarant’anni di sacerdozio non aveva mai avuto una macchia. Il suo accusatore è un ventiduenne della provincia di Venezia, un ragazzo con forti problematiche, sottoposto a terapie di natura psichiatrica e ricoverato più volte in casa di cura, cui evidentemente i giudici non hanno creduto. Secondo il Tribunale, si era inventato le accuse infamanti all’ex rettore del seminario.
L’indagine era stata avviata in seguito alla denuncia del ragazzo presentata dopo essersi confidato, nel 2009, con una psicologa della clinica “Le betulle” di Como dov’era ricoverato. Non c’era nessun testimone di quella assserita violenza che per i giudici non è mai esistita.
Il vescovo di Padova, mons. Antonio Mattiazzo – a nome dell’intero presbiterio e della Diocesi, che mai hanno messo in dubbio l’esemplarità di comportamento di don Gino Temporin nell’ambito del suo ministero – esprime “soddisfazione per l’esito del processo di primo grado, che riconosce l’innocenza di don Gino Temporin. Rimane comunque l’amarezza per una vicenda che ha fortemente provato e fatto soffrire un presbitero della nostra Chiesa e turbato la serenità di un istituto, come il Seminario Minore, che rappresenta un esempio di attenzione educativa qualificata. A don Gino Temporin si confermano vicinanza e stima anche per la solidità interiore e la disponibilità con cui ha accolto questa dura prova”.
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