La rivelazione di Francesco Zanardi, della ‘Rete nazionale l’ABUSO’, che aveva aiutato Erik: «È una donna di 40 anni»
Ferrara, 29 ottobre 2013 – Dopo il caso di Erik Zattoni cominciano ad emergere altre vittime di sacerdoti pedofili del nostro territorio. Ce lo racconta Francesco Zanardi, portavoce dell’associazione Rete Nazionale L’abuso. È stato lui che ha fatto sì che la storia di Cornacervina arrivasse ai media e sempre lui che sostiene tanti ragazzi e ragazze abusate.
“Sì già qualche tempo fa una donna ferrarese di circa quarant’anni, spinta e forse incoraggiata dal caso di Erik, si è rivolta a me per denunciare la sua situazione”.
Che situazione?
“Quando era ancora minorenne anche lei è stata abusata da un prete di Ferrara”.
Perché non ha ancora denunciato il fatto?
“È possibile che la donna stia vivendo un momento di grossa difficoltà, probabilmente le manca il coraggio. Ho provato a contattarla di recente. Parlare è difficile”.
Perché ha consigliato a Erik Zattoni di rivolgersi ad un programma televisivo?
“In realtà è stato lui a raccontarmi la sua storia. Aveva mandato una lettera alle Iene, senza ottenere risultato, io ho molti contatti e l’ho aiutato. Il suo grande rammarico era di non essere riuscito a far sì che don Pietro fosse ridotto allo stato laicale”.
Ma con queste accuse gridate dalle tv non si fa del male a tanti bravi sacerdoti?
“Il fatto è che la vittima deve liberarsi da un peso del genere. Anche Erik oggi sta meglio. E nello stesso tempo è giusto che il prete si assuma le sue responsabilità. La verità è che di casi come quello di questi giorni ce ne sono a migliaia”.
Non c’è il rischio di una generalizzazione ingiustificata per cui la gente crede che tutti i preti coprano gli abusi?
“È ovvio che non sono tutti colpevoli i preti, né a Ferrara, né altrove. Ma sono tutti molto silenziosi. La Chiesa ha paura dello scandalo sessuale”.
Monsignor Rabitti, ex vescovo di Ferrara-Comacchio, ha obiettato che nessuno denuncerebbe ‘un proprio parente se cominciasse a percorrere brutte strade’.
“Sì, non denuncerei un parente che si prostituisce o si droga, forse. Ma il paragone non è azzeccato: qui non parliamo di persone che fanno male a se stesse, ma ad altri. A bambini”.
Ma le autorità civili non indagano su casi di preti pedofili?
“Ovviamente sì, il fatto è però che secondo il protocollo addizionale, punto 2, articolo 4, paragrafo b, dei Patti Lateranensi, un magistrato che apre un fascicolo su un chierico deve avvisare il vescovo. Ma così poter fare indagini diventa molto difficile”.
Daniele Modica
Scopri di più da Rete L'ABUSO
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.