L’ex economo della Diocesi di Como è stato condannato a tre anni e sei mesi di carcere per abusi sessuali su cinque giovanissime parrocchiane
di Paola Pioppi
Como, 14 dicembre 2012 – Nella condotta di don Marco Mangiacasale, non ci fu abuso di autorità. È questa la premessa del gup di Como Nicoletta Cremona, nel motivare gli elementi che hanno portato alla condanna del sacerdote di 49 anni, ex economo della Diocesi di Como, a tre anni e sei mesi di carcere per abusi sessuali su cinque giovanissime parrocchiane. Il giudice, ritiene infatti che le ragazzine – in particolare le due con cui Mangiacasale ha avuto la frequentazione più lunga, a partire da quando avevano 13 anni – non siano state indotte alla relazione sentimentale per effetto dell’autorità derivante a don Marco dal ruolo che ricopriva in quanto loro educatore. In altre parole, secondo il gup non si può sostenere che «le due giovani siano state in alcun modo costrette a compiere o subire atti sessuali anche e soprattutto per effetto di tale autorità».
Allo stesso modo, non si può configurare alcuna condizione di inferiorità fisica o psichica per la differenza di età tra l’adulto e le ragazzine. Si deve quindi parlare di atti sessuali con minorenne, compiuti con persone di età inferiore ai quattordici anni, avvenuti in una circostanza di affidamento per ragioni di «educazione, istruzione e vigilanza». Nel quantificare la sanzione, il giudice ha tenuto conto dell’incensuratezza del sacerdote, riconoscendo le attenuanti generiche, e de risarcimento del danno che ha raggiunto la cifra di 150mila euro.
di Paola Pioppi
http://www.ilgiorno.it/como/cronaca/2012/12/14/816718-como-abusi-minorenni-don-marco-mangiacasale.shtml
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