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Home Cronaca

Marcinkus violentò Emanuela Orlandi? Sabrina Minardi e i soldi sporchi del Vaticano

Redazione Web by Redazione Web
5 Luglio 2012
in Cronaca
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Nuovi tasselli sul caso Emanuela Orlandi: chi crede a Sabrina Minardi? Tutti, pare. Ora che la Procura di Roma ha confermato che Emanuela é morta ed é stata gettata in una betoniera a Torvajanica, l’ex compagna di Renatino De Pedis diventa il teste numero 1, e le sue parole sono scintille di verità su un caso imbavagliato dai poteri forti.
Vaticano, usurai della Banda della Magliana, eminenze grigie della politica (tra cui Giulio Andreotti e Francesco Cossiga) tutte chiuse nel silenzio da oltre 26 anni.
La diga é rotta, i giornali scrivono e rispolverano le ricostruzioni anche più fantasiose. Ma partiamo dalle rivelazioni della Minardi. Ex tossicodipendente, rimase zitta per quasi trent’anni visto che il suo compagno, oggi sepolto nella Basilica di Sant’Apollinare, le aveva più volte intimato di tacere.

Ieri sono uscite su L’Unità inquietanti rivelazioni a sfondo sessuale che riguardano Marcinkus. Dice lei:

«Marcinkus venne a trovare la Orlandi nella casa di Torvajanica. Io sentii le urla di Emanuela ma De Pedis mi disse di farmi gli affari miei…». 
Non è la prima volta che la supertestimone chiama in causa monsignor Marcinkus. Già nella prima deposizione la donna aveva raccontato di aver portato più volte alcune ragazze in un appartamento di via di Porta Angelica dove erano messe a disposizione del prelato. Ha poi raccontato di aver accompagnato lei stessa Emanuela ad un appuntamento in Vaticano e che proprio in quell’occasione, vedendo questa ragazza un po’ su di giri, le aveva domandato il nome e lei, candidamente, aveva risposto Emanuela.
Pino Nicotri, che avevamo intervistato sul caso, rispose così alla nostra domanda.
La Minardi ha parlato anche di Monsignor Marcinkus.
Sì. Dall’87 al gennaio ’90 ho abitato a Roma nel residence Marche, nella omonima via a ridosso di via Veneto e a poca distanza da dove abitava o aveva abitato monsignor Marcinkus in un immobile annesso alla chiesa di fronte all’hotel Thea. Un dirigente di quell’hotel mi ha raccontato su Marcinkus cose che facevo fatica a credere, ma che mi sono state confermate da alcune mature professioniste del sesso della vicina via Veneto che lui riceveva a tarda ora.
So quindi per certo che Marcinkus non poteva far sesso con ragazze giovani, perciò non può essere vero quello che racconta la Minardi riguardo il suo rifornire di giovanette lo stesso Marcinkus. Lui preferiva signore dell’età di Catherine Deneuve, attrice con la quale per esempio mi è stato raccontato che avesse o avesse avuto una relazione.
Che Marcinkus frequentasse il gentil sesso pare ormai certo, ancora in dubbio é invece l’età del target prediletto. A questa ricostruzione si affiancano altre ipotesi- che non si autoescludono – palesate oggi su Repubblica dal giudice Rosario Priore. Priore accantona l’idea del coinvolgimento dei Lupi Grigi e ritiene che il rapimento sia stato organizzato per ricattare il Vaticano. I mandanti sarebbero quelli della Banda della Magliana, usurai ma non solo. Infatti “vi erano tra di loro anche cervelli con fini precisi, che perseguivano fermamente e con durezza. Tra gli altri scopi, c’era principalmente quello di accumulare ricchezza, che a sua volta con pratiche usurarie produceva ulteriore ricchezza. E quindi un misto tra vecchia Roma del dopoguerra e generone dei tempi in cui cominciavano a circolare danaro, belle donne e frequentazioni bene”.
Domanda chiave a Priore:
Lei sostiene l’ipotesi di un ricatto della Banda al Vaticano per soldi prestati: soldi utili – probabilmente fra i 15 e i 20 miliardi di lire – alla causa di Solidarnosc?
“Qui a Roma alla fine degli Anni ’70 c’era quel forte bisogno di capitali da usare, come più volte s’è detto, senza mai alcuna smentita, alla causa ” polacca” , alimentata persino con fondi dei sindacati americani. La Banda della Magliana, che non ha mai perso le sue origini di associazione di usurai, non donava ma dava in prestito. E quindi voleva rientrare nei suoi crediti. Non poteva agire dinanzi a tribunali; doveva impiegare altri mezzi, altri mezzi di pressione. E quale altro mezzo di sicura efficacia che quello – operazione che non poneva alcun problema a quella organizzazione efferata – che quello del sequestro di una fanciulla giovanissima – appena quindicenne – legata a colui che appariva il destinatario ultimo del danaro prestato, per via della cittadinanza”.
Il quadro si chiarisce ancora di più se leggete l’intervista a Ferruccio Pinotti che trovate qui. Il punto oscuro é il legame tra Vaticano e riciclaggio di denaro sporco. Obiettivo: Solidarnosc. E il fatto che la Santa Sede, alle prime rivelazioni della Minardi si sia scomposta, é unottimo – o pessimo, a seconda dei punti di vista- segno.
Fonte Tuttigliscandalidelvaticano

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