Ieri sera è andata in onda la puntata settimanale della trasmissione Chi l’ha visto, incentrata sulle donne scomparse, un collegamento con Somma Vesuviana per la fiaccolata per ricordare Melania Rea ed un altro con la mamma di Elisa Claps.
Il collegamento con Filomena e Gildo Claps ha dato modo alla mamma di Elisa, di esprimere il proprio sdegno nei confronti del Monsignor Superbo.
La novità, che è stata comunicata da parte di Federica Sciarelli insieme alla signora Filomena, riguarda la Chiesa della Santissima Trinità,a Potenza in cui è stato ritrovato il corpo di Elisa nel sottotetto dell’adiacente canonica, il 17 marzo di due anni fa.
La chiesa è stata riaperta dopo la raccolta di circa 2000 firme di potentini.Il mons. Superbo aveva già dichiarato, che la Chiesa non era sconsacrata, nonostante il ritrovamento nelle sue mura del corpo di Elisa, perché il delitto non è avvenuto all’interno della Chiesa, ma nei piani alti. Per l’omicidio è stato condannato a 30 anni con il rito abbreviato, Danilo Restivo che ha ucciso Elisa con 30 coltellate.
Ma dove è stata rapita Elisa, forse proprio nella chiesa o nella canonica? La signora Filomena dice di non essere contraria alla riapertura della chiesa, che per lei è morta quando è morta Elisa. Ma certamente il Monsignor non può spiegare come è possibile, che siano stati fatti dei lavori di ristrutturazione, proprio dove si trovare il corpo di Elisa, a pochi centimetri di distanza dalla sua testa, e nessuno abbia visto nulla.
Non sarebbe stato meglio dedicare la struttura ad un’associazione in difesa delle donne, come era già stato detto?
Poi lo sfogo di Filomena continua, e Federica Sciarelli la lascia proseguire, in diretta, la donna parla di pedofilia, e che non vuole aggiungere altro. Federica spinta anche dagli autori del programma, chiede conferma della parola utilizzata da Filomena, e sulla quale certamente la donna dovrà dare spiegazioni maggiori.
La signora Claps non si riferisce al materasso con le tracce di sperma ritrovato nel sottotetto che è agli atti, ma ad altro. Poi conclude il Mons. Agostino Superbo non mi faccia parlare.
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