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PEDOFILIA: NYT, ‘RATIZINGER COPRI’ MOLESTATORE’. VATICANO RISPONDE
(ASCA) – Citta’ del Vaticano, 25 mar – Nuove accuse contro papa Benedetto XVI che nel 1996, quando era prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, chiuse – senza prendere provvedimenti – il processo canonico contro un prete pedofilo sospettato di aver violentato circa 200 bambini sordi in una scuola del Wisconsin tra il 1950 e il 1974. Lo scrive il New York Times, che riferisce oggi del caso di Lawrence C.
Murphy: il giornale statunitense e’ entrato in possesso della corrispondenza tra alcuni vescovi e l’allora card. Ratzinger.
In particolare, nel 1996, Ratzinger ricevette due lettere dall’allora arcivescovo della principale citta’ del Wisconsin, Milwaukee, mons. Rembert G. Weakland. Dopo otto mesi, l’allora segretario dell’ex-Sant’Uffizio, il card.
Tarcisio Bertone, oggi Segretario di Stato, avvio’ un processo canonico coperto da segreto pontificio, come da prassi vaticana. Ma dopo un appello dello stesso Murphy al card. Ratzinger, in cui dichiarava il suo pentimento, il processo venne cancellato. Murphy non e’ mai stato ridotto allo stato laicale, venne trasferito in varie parrocchie di diverse diocesi e infine e’ morto nel 1998, celebrato con un sontuoso funerale.
In una risposta inviata al quotidiano statunitense e diffusa questa mattina ai giornalisti, il portavoce vaticano, p.
Federico Lombardi, ha spiegato che la Congregazione per la dottrina della fede non venne a conoscenza della vicenda se non venti anni dopo i fatti. Quanto alla ‘segretezza’ dell’inchiesta vaticana sul caso, ”contrariamente ad alcune affermazioni circolate sulla stampa, ne’ Crimen (Sollicitationis, il documento vaticano che regola i processi a preti accusati di abusi, ndr) ne’ il Codice di diritto canonico hanno mai proibito di riferire i casi di abusi su minori alle autorita’ giudiziarie”, precisa Lombardi.
Tuttavia, nota il New York Times, la dichiarazione vaticana non spiega perche’ in quel caso p. Murphy non venne laicizzato, ne’ perche’ il suo caso non venne presentato alle polizia.
Secondo il quotidiano Usa, dalla corrispondenza di anni tra i vescovi Usa e il card. Ratzinger emerge che ”mentre le autorita’ ecclesiastiche discutevano se allontanare o meno il prete, la loro priorita’ assoluta era quella di proteggere la Chiesa dallo scandalo”.
asp/cam/rob
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