Ancora una settimana in carcere, ancora sette giorni da trascorrere dietro le sbarre del penitenziario di Chiavari in attesa della decisione del tribunale del Riesame di Genova sulla richiesta di arresti domiciliari. Don Luciano Massaferro, «don Lu» per gli amici e i parrocchiani, continua a professare la sua innocenza rispetto alle pesantissime accuse di violenza sessuale nei confronti di una ragazzina di 11 anni, di Alassio, che nel corso di alcune sedute con lo psicologo del Gaslini ha rivelato di aver subito attenzioni sessuali dal sacerdote.
«Invenzioni» continua a ripetere la difesa dell’uomo, ma l’accusa non è dello stesso avviso ed anzi ritiene gravissimi i comportamenti messi in atto dal prete alassino. Al punto che il pm Alessandra Coccoli ne ha richiesto la custodia cautelare in carcere e il giudice delle indagini preliminari Emilio Fois l’ha concessa e soprattutto ha ritenuto la necessità di ribadire lo stato di carcerazione per don Luciano anche dopo l’interrogatorio di garanzia svoltosi con l’assistenza dell’avvocato Alessandro Chirivì.
Gli inquirenti sono totalmente convinti di essere in possesso di elementi univoci in grado di provare la colpevolezza del prete. Ed a rendere ancora più pesante il quadro indiziario ci sarebbero le contraddizioni dell’arrestato al momento del confronto con il pm, contraddizioni che concernerebbero anche e soprattutto il ricordo e la descrizione dei posti dove sarebbero avvenuti gli atti sessuali.
Indubbiamente Don Luciano resta innocente fino approva contraria e fino ad una sentenza di tribunale, ma la denuncia presentata dai medici genovesi sembra lasciare poco spazio all’immaginazione anche se la bimba risulta non essere particolarmente seguita dalla famiglia. Gli attestati di solidarietà e vicinanza che continuano ad arrivare sulla bacheca di Facebook, il sociale forum di internet, del prete alassino indubbiamente regalano una visione completamente differente ed opposta sulla rettitudine morale di don Lu che è visto come «il Pastore in grado di guidare il gregge» senza dubbi ed incertezze.
Parrocchiani e cittadini alassini si dicono pronti a qualsiasi manifestazione a tutela del loro prete, ma gli atti in possesso degli investigatori non sembrano regalare un quadro altrettanto specchiato. «Non ci sono elementi. Ho fatto vedere gli atti a don Luciano e rimaniamo esterrefatti delle accuse» ripete all’infinito l’avvocato Chirivì che non ha ancora ricevuto notifica della custodia cautelare. «Nessuna novità rispetto a ieri» ripete, ma l’arresto e la detenzione in carcere resta tema caldissimo nei discorsi della città del Muretto.
Intanto ieri la vita parrocchiale è continuata regolarmente con don Alessandro e don Giovanni chiamati a dire messa in sostituzione del parroco.
E nel corso delle omelie domenicali si sono ripetute le preghiere in favore di don Luciano improntate alla speranza e alla convinzione di un rapido ritorno a casa e soprattutto di una soluzione positiva della vicenda.
Ovviamente nei prossimi giorni l’avvocato Alessandro Chirivì, amico di don Luciano, tornerà nel carcere del Levante per incontrare il parroco e permettergli di superare più facilmente questo momento, ma anche per studiare e decidere la linea difensiva da seguire. Per i giudici del Riesame è infatti pronto un memoriale da parte della difesa.
http://ilsecoloxix.ilsole24ore.com/p/savona/2010/01/03/AMvdlBGD-difesa_luciano_scontro.shtml
Scopri di più da Rete L'ABUSO
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.