Sono almeno tre gli episodi sui quali la magistratura savonese ha lavorato prima di arrivare a decidere l’arresto di don Luciano Massaferro, parroco di San Vincenzo e San Giovanni di Alassio.
Fatti che risalgono alla primavera scorsa per i quali la polizia ha iniziato ad indagare ad agosto e che si sono conclusi con il fermo, clamoroso, del sacerdote avvenuto ieri mattina.
Uno sarebbe avvenuto su uno scooter con il parroco che trasporta la bambina, quindi in nella biblioteca dell’ufficio parrocchiale e poi nella baracca dell’orto di sua proprietà dove il sacerdote avrebbe fatto giurare all’undicenne, in un momento di intimità, di non raccontare nulla dei loro incontri proibiti. Lei, invece, racconta tutto senza vergogna né sofferenza. A quel punto filtra tutta la vicenda.
Ci sono due testimonianze, quella della vittima dei presunti giochi proibiti del prete e quella di un’amica della ragazzina alla quale avrebbe raccontato tutto. Esclusa visita ginecologica. La ragazzina è stata solamente sottoposta ad una consulenza psicologica al Gaslini. Il resto è notizia di ieri con l’arresto del parroco. Come contorno c’è però la vita “travagliata” della presunta vittima: una bambina che vive con la madre, abbandonata dal compagno quest’estate e accudita amorevolmente dal nonno che ha contatti stretti con il mondo cattolico del ponente.
Intanto gli inquirenti hanno sequestrato oltre al suo computer che aveva in uso, anche altro materiale a caccia di altri elementi di prova.
Mercoledì 30 Dicembre 2009 ore 16:00
http://www.savonanews.it/it/internal.php?news_code=66900
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