Il Senato messicano si attribuisce la facoltà di inabilitare sacerdoti
Violazione della libertà religiosa
CITTA’ DEL MESSICO, lunedì, 26 febbraio 2007 (ZENIT.org).- Attraverso un comunicato stampa, la Conferenza dell’Episcopato Messicano (CEM) ha reso noto questo mercoledì il suo atteggiamento circa i recenti pronunciamenti del Senato messicano sul castigo che si deve infliggere ai sacerdoti che abusano di minori.
In concreto, la CEM ha denunciato che la riforma approvata dai senatori, che permette l’inabilitazione dei sacerdoti pederasti, non solo presenta “errori e lacune” molto gravi, ma entra in conflitto in modo diretto con la Legge delle Associazioni Religiose e del Culto Pubblico che governa le Chiese nel Paese.
Nella riforma in questione, il Senato della Repubblica ha approvato questioni riferite allo sfruttamento sessuale infantile, riservando alle leggi civili l’inabilitazione dall’esercizio sacerdotale di quanti si presume abbiano abusato di minori.
Per la CEM, queste disposizioni entrano in contraddizione con la Legge delle Associazioni Religiose e del Culto Pubblico, intervenendo in affari interni delle Chiese attraverso procedure civili.
La normativa vigente proibisce l’intervento delle autorità in affari interni delle associazioni religiose, come nominare o inabilitare i ministri di culto, avverte il comunicato della CEM.
“Il loro carattere religioso e l’esercizio del loro ministero è una questione che resta nelle mani dell’istituzione religiosa alla quale appartengono, e spetta a questa istituzione religiosa occuparsi dell’inabilitazione, del ritiro o della fine del ministero che svolgono”, ha segnalato la Conferenza dei Vescovi messicani.
La CEM ha riferito che secondo le leggi ecclesiastiche, nel caso di responsabilità di un religioso in una condotta delittuosa, concretamente nel caso della pederastia, l’interessato viene sospeso in modo immediato, oltre a subire un processo interno, che si può concludere con la sospensione definitiva dal ministero.
“E’ molto importante che nelle nostre leggi non ci sia luogo per lacune o errori”, riferisce il testo: spetta solo alla Chiesa, e non a un giudice, come si stabilisce nella riforma legislativa, inabilitare o porre fine al ministero di quei sacerdoti che sono accusati di violenza o abuso di minori, conclude il comunicato della CEM.
http://www.zenit.org/italian/visualizza.php?sid=10864
Codice: ZI07022610
Data pubblicazione: 2007-02-26
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