La condanna in primo grado era arrivata a luglio 2024: 12 anni di reclusione per l’ex professore di religione Alessandro Frateschi, riconosciuto colpevole di violenza sessuale aggravata e tentata violenza su cinque studenti minorenni. L’uomo era stato arrestato un anno prima, in seguito alle denunce delle vittime e a un’indagine che aveva trovato riscontro ai racconti dei ragazzi.
Approfittando del suo ruolo di insegnante di religione in un liceo di Latina, il docente aveva instaurato un rapporto confidenziale con alcuni dei suoi alunni e aveva poi con loro avviato un rapporto telematico attraverso chat e social, con comunicazioni però a sfondo sessuale. Quando gli studenti avevano compreso la natura delle attenzioni morbose dell’insegnante, hanno bloccato con lui ogni contatto e hanno poi denunciato il caso prima agli insegnanti e poi alle autorità competenti attraverso le loro famiglie. Il quadro emerso poi dalle indagini è stato sconcertante, con tentativi di approccio anche fisico con i giovani coinvolti.
Nel processo di primo grado, celebrato con rito abbreviato, la condanna è stata anche superiore alla pena richiesta dal pubblico ministero, a 9 anni e 4 mesi di carcere. La giudice Laura Morselli, nelle motivazioni della sentenza, aveva evidenziato che il docente manipolava le sue vittime scegliendole fra i ragazzi più fragili e aveva sottolineato come l’imputato avesse sempre cercato di dare una lettura diversa dei fatti che gli venivano addebitati, senza mai mostrare alcun pentimento nei confronti delle vittime.
Ora arriva anche la conferma della Corte d’appello di Roma, a cui l’ex prof ed ex diacono aveva fatto ricorso impugnando la sentenza del tribunale di Latina. Nella giornata di oggi, 26 novembre, i giudici hanno confermato dunque i 12 anni di reclusione. Nel processo tutte le vittime si sono costituite parte civile, insieme a loro anche la Garante regionale per l’infanzia Monica Sansoni.










