Un sacerdote francese, il padre Antoine Exelmans, è accusato di violenze sessuali nei confronti di giovani rifugiati africani a Casablanca, dove tra il 2021 e il 2024 ha diretto il servizio d’accoglienza per migranti dell’église Notre-Dame-de-Lourdes. Secondo quanto riportato dal giornale marocchino Enass e confermato da un’indagine interna dell’arcidiocesi di Rabat, il religioso avrebbe commesso abusi su almeno cinque persone, tra cui un minore.
Divenuto negli ultimi anni una figura di riferimento nella Chiesa cattolica del Marocco per il sostegno ai migranti, Exelmans avrebbe approfittato della sua posizione per instaurare un vero e proprio “sistema di sfruttamento sessuale”, come lo definisce Enass. Il caso è emerso a seguito di una denuncia presentata nel maggio 2024 da una delle vittime, che ha portato all’apertura di un’inchiesta della Brigata nazionale della polizia giudiziaria di Casablanca.
Poche settimane dopo il deposito della denuncia, il sacerdote ha lasciato il Paese, un mese prima della conclusione ufficiale della sua missione. Per Enass, si tratterebbe di una fuga. Ma l’arcivescovo di Rabat smentisce questa versione, affermando che il religioso si è recato in Francia con l’autorizzazione delle autorità ecclesiastiche e che oggi si trova lì agli arresti domiciliari, “a disposizione” della giustizia francese e marocchina.
L’arcidiocesi di Rabat ha riconosciuto che “degli abusi sessuali sono stati commessi” e ha assicurato la propria collaborazione con le autorità competenti, pur ribadendo la volontà di accompagnare le vittime nel percorso di giustizia e guarigione. L’inchiesta, ancora in corso, getta nuova luce sulle vulnerabilità dei rifugiati africani in Marocco, spesso privi di tutela e di risorse, e solleva interrogativi più ampi sul controllo e la trasparenza delle strutture ecclesiastiche di assistenza.
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