Nove giovani su dieci chiedono l’educazione sessuale a scuola.
D’accordo anche i genitori, con quasi l’80% che ne richiede l’introduzione. Sono i dati dell’Osservatorio ‘Giovani e Sessualità’ di Durex, giunto quest’anno all’ottava edizione, condotto in collaborazione con Skuola.net tra maggio e giugno 2025 su un campione di 15.000 giovani tra gli 11 e i 24 anni.
Dall’indagine emergono disagio da parte dei ragazzi nell’affrontare il tema in famiglia e una crescente preoccupazione da parte dei genitori. I giovani a scuola desiderano affrontare temi come informazioni sulle infezioni sessualmente trasmissibili, sulla protezione (54%) e sul consenso nelle relazioni affettive (48%). Il 72,2% di essi ritiene che medici, psicologi ed esperti del settore siano le figure più idonee a guidare un percorso educativo serio e informato. D’accordo i genitori, per il 45,3% dei quali i programmi dovrebbero partire già dalle scuole medie.
Il 28,7% teme, infatti, che i propri figli possano vivere relazioni tossiche e il 19,3% è preoccupato per il rischio di violenze sessuali. A seguire, timori legati alle infezioni sessualmente trasmissibili (17,1%) e al mancato uso di metodi contraccettivi (16,3%).
In un contesto, quello italiano, dove il 23,6% dei giovani dichiara di aver avuto il primo rapporto sessuale tra gli 11 e i 14 anni, questi aspetti non vanno sicuramente ignorati, soprattutto considerando che la percentuale di coloro che non parlano di sessualità in famiglia è aumentata del 12% in un solo anno (dal 37% del 2024 al 49% del 2025). Tra le ragioni: il 46,8% non si sente a proprio agio nell’affrontare questi temi con i genitori mentre, per il 14,5%, si tratta di un vero e proprio tabù.
In assenza di dialogo a scuola o a casa, e con i rapporti sessuali sempre più precoci, le ragazze e i ragazzi ritengono che per informarsi rimanga loro una sola possibilità: internet, con tutti i rischi del caso e trovandosi davanti ad un accesso potenziale a contenuti pornografici.
Secondo i dati dell’Osservatorio ‘Giovani e Sessualità’ di Durex, il 53,2% dei giovani, attratto dall’anonimato e dalla rapidità, dichiara infatti di cercare online risposte su sessualità e contraccezione, informandosi attraverso contenuti parziali, inappropriati, spesso lesivi e frequentemente scorretti, che in certi casi rischiano di condurre anche a situazioni potenzialmente pericolose per la loro incolumità. Una situazione che porta, soprattutto i giovanissimi, ad affrontare le prime esperienze in modo poco consapevole, con scarse informazioni sul consenso e sul rispetto di sé e degli altri.
I comportamenti a rischio possono poi anche essere legati al sexting: quasi un giovane su due (47,2%) afferma infatti di inviare o ricevere contenuti sessualmente espliciti, con il fenomeno che interessa già il 30% dei ragazzi tra gli 11 e i 13 anni. Queste pratiche, se non gestite con consapevolezza, possono sfociare in situazioni problematiche legate alla condivisione non consensuale di materiale privato: il 46% dei rispondenti dichiara infatti di aver ricevuto immagini o video a sfondo sessuale non richieste, percentuale che raggiunge il 50% tra le ragazze e il 42% nella fascia più giovane (11-13 anni).
Proprio il consenso, in questo scenario, rimane un aspetto cruciale anche al di fuori della rete: un giovane su cinque ritiene che ci si possa sottrarre a un rapporto sessuale con il partner “solo occasionalmente”, Inoltre, il 40% dei partecipanti considera la gelosia o la possessività eccessiva del partner solo “possibili” segnali di una relazione da limitare, a conferma di una scarsa consapevolezza emotiva.
https://www.ansa.it/donne/notizie/2025/11/11/nove-giovani-su-dieci-chiedono-leducazione-sessuale-a-scuola_e4db59e3-ef6a-490b-89f5-55e992883223.html
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