Prima udienza davanti al Gip Laura De Dominicis e al Pubblico Ministero Elisa Milocco nei confronti di Padre Andrea Melis.
Il parrocco, difeso dagli avvocati Graziella Delfino e Raffaele Caruso, è accusato di violenza sessuale nei confronti di un minorenne.
Si sono costituite parti civili l’Associazione Rete L’Abuso, assistita dal legale Luca Battaglieri, l’Associazione No Child Abuse e gli Scolopi di Genova rappresentati dal legale Andrea Sciello.
Gli avvvocati difensori hanno prodotto una perizia psichiatrica che dice che è parzialmente incapace di intendere e volere ed è stata accolta dal Gip. È stato nominato inoltre il consulente tecnico Francesco Mollica che giurerà il prossimo 10 giugno. Gli avvocati difensori hanno richiesto il rito abbreviato subordinato alla perizia.
È stata versata una somma di 20mila euro per la persona offesa.
Lo scorso ottobre dopo un periodo in carcere a Genova Pontedecimo Melis era tornato agli arresti domiciliari in una residenza protetta in Umbria.
Il fascicolo passato per competenza territoriale da Genova al Tribunale di Savona (per quanto riguarda le violenze che sarebbero state effettuate a Finale Ligure) aveva visto portare il gip a decidere di disporre il carcere in quanto a seguito di una segnalazione dei carabinieri di Genova, l’Istituto dei Padre Scolopi di Chiavari dove il sacerdote era ai domiciliari non era una collocazione idonea perché vicina alle scuole e quindi un luogo “potenzialmente a rischio di reiterazione del reato”.
Per lui si erano quindi aperte le porte di una cumunità umbra.
Lo scorso dicembre era stato poi svolto l’incidente probatorio e a gennaio erano state concluse le indagini con il rinvio a giudizio.
Melis, appartenente all’ordine dei Padri Scolopi, era stato direttore della scuola elementare della Fondazione Assarotti ed ex presidente della Fidae Liguria (Federazione di scuole cattoliche primarie e secondarie, aveva poi presentato le dimissioni nel giugno scorso).
Nel savonese è stato anche parroco della chiesa di Sant’Antonio da Padova a Finale Ligure. E proprio nel finalese le accuse più pesanti: il sacerdote infatti avrebbe abusato di un giovane chierichetto (quando la vittima aveva 12 anni e sino al compimento dei 16).
Le violenze sessuali si sarebbero verificate nella chiesa degli scolopi finalesi, per questo la Gip del Tribunale di Genova si è dichiarata “territorialmente incompetente” con il fascicolo che è stato destinato al Palazzo di Giustizia savonese.
Il parroco è accusato di abusi sessuali ai danni di un ragazzino, che abitualmente svolgeva le mansioni di chierichetto, ed era stato “ricompensato” con soldi, videogiochi, vestiti griffati, sigarette elettroniche. Ma il religioso avrebbe tentato approcci anche con altri sette minorenni, alcuni anche suoi ex alunni della Assarotti, attirati nel suo appartamento sempre con “regalini”.
Nell’ordinanza, la giudice aveva sottolineato come il sacerdote avesse agito sotto “la spinta di impulsi perversi”, carpendo la fiducia dei minori “attirandoli a casa sua, vicino le chiese” e facendoli “accedere a tutto ciò che un adulto proibisce”.
La sua pericolosità, secondo la giudice, “non è connessa esclusivamente alla sua qualità di sacerdote e di insegnante, da cui è sospeso, ma anche alla sua capacità, acquisita proprio per effetto delle professioni svolte, di avvicinarsi ai minori, di farsi capire dagli stessi, ponendosi come loro amico e complice”
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