Il Regno Unito apre alla castrazione chimica per i condannati a gravi reati sessuali. Lo farà lanciando un progetto pilota destinato per ora a 20 carceri del Paese e sarà inizialmente su base volontaria, con i condannati che potranno accettare la pratica in cambio di una riduzione della pena. Come ha spiegato alla Camera dei Comuni la Segretaria di Stato alla Giustizia, Shabana Mahmood, dopo la sperimentazione la pratica “potrebbe diventare poi obbligatoria”.
L’iniziativa avviene nell’ambito delle misure “radicali” a cui sta lavorando l’esecutivo laburista guidato dal premier Keir Starmer per rilasciare migliaia di detenuti e alleviare il sovraffollamento carcerario in Inghilterra e Galles. “Certo, è fondamentale che questo approccio venga affiancato a interventi psicologici mirati ad altre cause di reato, come l’affermazione di potere e controllo”, ha sottolineato Mahmood.
Il rapporto
La castrazione chimica è una delle alternative alle pene detentive proposte dall’Independent Sentencing Review, un’analisi sulle possibili alternative al carcere commissionata dal governo e guidata da David Gauke, l’ex segretario conservatore alla Giustizia.
La revisione ha prodotto un progetto di 192 pagine pensato per porre fine alla crisi delle carceri e per ridurre la recidiva e il tasso complessivo di criminalità.
Tra le altre cose, Gauke ha raccomandato la continuazione di un piccolo progetto pilota volontario nel sud-ovest dell’Inghilterra, in cui 34 detenuti ricevono una dose mensile di sostanze chimiche per la soppressione della libido.
Lo studio della pratica
Il rapporto ha esortato i ministri a costruire una base di prove completa sull’uso di questa pratica per i criminali sessuali e a esaminare i risultati di programmi simili in Germania e Danimarca, dove pure sono volontari, e in Polonia dove la castrazione chimica è obbligatoria in casi estremi.
“L’eccitazione sessuale problematica può essere ridotta tramite soppressori chimici e altri farmaci, che possono essere prescritti a persone che hanno commesso un reato sessuale in determinate circostanze”, si legge nel rapporto.
L’approccio si basa su due farmaci. Gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (Ssri) limitano i pensieri sessuali invasivi. Gli antiandrogeni riducono la produzione di testosterone e limitano la libido. I farmaci vengono assunti insieme al lavoro psichiatrico che mira ad altre cause di reati sessuali, come il desiderio di potere e di controllo.
https://www.today.it/mondo/regno-unito-castrazione-chimica-reati-sessuali-gravi.html
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