Garlasco (PV) – Trovando una chiavetta del PC di Chiara Poggi gli investigatori sono incappati in una serie di file tremendi intitolati: Pedofilia, Anoressia, Abusati, Cocaina Cattiva e Ragazze Sconnesse. Tutta sta roba è stata sfrugugliata nell’attuale inchiesta ed è riferita al periodo che va dal giugno del 2007, al 13 agosto 2007, il giorno dell’omicidio.
Chiara aveva iniziato ad effettuare una serie di ricerche sul Web . Ricerche particolari, roba strana che Chiara stava cercando di capire. Il fatto che Chiara non abbia salvato i file sul Pc ma su una chiavetta Usb fa pensare. Sarà perché la giovane aveva capito che stava maneggiando della nitroglicerina e doveva fare in modo che queste ricerche non venissero a galla. Ma dopo quasi vent’anni a galla sono venute.
Dalle indiscrezioni in nostro possesso non siamo in grado di stabilire dov’è stata trovata la chiavetta, ma è certo che esiste, e contiene quei file. Pare che Chiara facesse queste ricerche di sera, a volte la mattina presto di venerdì e in pausa pranzo. La prima ricerca risale alla sera di venerdì 8 giugno 2007: Chiara scarica un’inchiesta sulla pedofilia che salva in tre file diversi.
Il 12 giugno 2007, Chiara s’è alzata presto per compiere un’ulteriore ricerca e, alle 6:34 salvava una serie di articoli e di approfondimenti in un file che tratta di minorenni abusati in contesti ecclesiastici negli Usa. Otto minuti dopo registrava articoli sulla cocaina e su come possa cambiare il comportamento delle persone. Non è finita: domenica 1° luglio 2007 un’altra ricerca, questa volta il file salvato si chiama Ragazze Sconnesse con articoli su adolescenti con problemi.
Chiara ha scoperto qualcosa, forse a Garlasco o nella zona, poi s’è messa a fare approfondimenti, alla fine era pronta per denunciare tutto e il delitto sarebbe arrivato proprio per evitarlo. Per il legale di Andrea Sempio, avvocato Massimo Lovati, Chiara sarebbe stata uccisa da un sicario perché aveva scoperto un segreto relativo a una torbida vicenda di chiesa, che sarebbe pienamente venuta a galla solo alcuni anni dopo il suo assassino, relativa a uno scandalo sessuale al santuario della Bozzola, vicino a Garlasco.
In sintesi, nel 2012 il Santuario della Bozzola fu travolto da uno scandalo che travolse don Guglielmo Giovanelli, all’epoca rettore del santuario, ricattato da persone che avevano scoperto che commetteva molestie e abusi sessuali su minori, sfruttando la sua posizione e la fiducia delle vittime e delle loro famiglie. I Carabinieri che si infiltrarono anche con travestimenti nel santuario, scoprirono che al religioso erano stati estorti ben 250.000 euro e alla fine arrestarono tutti quanti, prete compreso.
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