Dopo gli stupri di gruppo che hanno coinvolto due ragazzine di Seminara, ci si aspettava che il paese rispondesse in massa alla manifestazione organizzata dall’associazione «E tu splendi» di Palmi, per ribadire la vicinanza alle vittime delle violenze e alle loro famiglie. All’appuntamento di domenica mattina, davanti lo spiazzo antistante la chiesa del paese, c’erano solo associazioni di donne venute dai paesi vicini.
Gli organizzatori avevano pensato di riunirsi proprio davanti la chiesa, il giorno delle Palme, per attirare i fedeli che — si pensava — dopo il rito religioso potessero, con la loro presenza, testimoniare la solidarietà alle vittime e ai loro familiari. Invece, dopo la fine della messa, i fedeli hanno preferito uscire da una porta secondaria, in modo da non essere coinvolti nella manifestazione. «È un fatto di cultura che lambisce l’omertà» dice una signora di mezza età che vuole restare anonima. Il sindaco del paese, Giovanni Piccolo, intervenuto in veste ufficiale con tanto di fascia tricolore, ha ricordato come in questa vicenda l’Amministrazione comunale si è costituita parte civile nel processo che, nel primo troncone, ha inflitto pene pesanti (dai cinque ai 13 anni), a sei dei ragazzi coinvolti nello stupro di massa.
Il primo cittadino di Seminara ha inoltre affermato di essere stato «vicino» alla famiglia ed ha elencato le «scelte coraggiose» fatte dalla sua amministrazione. Il parroco don Domenico Caruso nel suo breve discorso ha condannato gli atti di violenza: «Spero che vengano puniti con severità». Alla manifestazione non hanno partecipato le famiglie delle due minorenni abusate. La mamma di una delle due ragazzine ha, comunque, ringraziato per la solidarietà avuta dalle associazioni che si battono per la «libertà delle donne».
Da il Corriere della sera del 13/04/25
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