Emergono tante verità nel tortuoso rapporto della Pontificia commissione per la tutela dei minori presentato oggi, che se pur con astuzia, velatamente non nasconde il fallimento della chiesa in 10 anni di appelli, rassicurazioni e obbiettivi mancati.
Quello che appare surreale è che malgrado quanto coscientemente ammetta lo stesso report, si continui ad implementare sulle fragilità, ulteriori obbiettivi. Per questo il paragone di un castello di carte costruito sulla sabbia, che viene alzato ulteriormente di un piano.
Tralasciando l’auto incensarsi dell’operato della commissione, in totale contrasto con l’opinione di vittime, sopravvissuti e associazioni di cui non si tiene conto malgrado lamentino agli antipodi, dalla Nuova Zelanda all’Italia, quanto invece la commissione “spaccia” come risultato positivo sul quale implementa, in una personalissima realtà astratta, nuove iniziative.
Mi soffermo a pagina 34 del report, dove si parla della “regione” Europa, dove i nodi, l’inerzia ed il fallimento in materia della chiesa, vengono al pettine.
Il capitolo inizia parlando delle iniziative attuate dal Consiglio d’Europa, esplicitamente la Carta di Lanzarote (alla quale il Vaticano non ha aderito), di cui trovate ampia illustrazione di come non solo la chiesa, in Italia tutto l’ambito del volontariato, siano favoriti per un vuoto legislativo (per legge) all’omissione, nel Report dell’Osservatorio permanente della Rete L’ABUSO presentato con tanto di quantificazione dei sopravvissuti e degli esiti dei processi canonici, lo scorso 12 settembre, che potete trovare QUI.
QUI IL NOSTRO PANEL
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Qui è quindi la stessa commissione pontificia che riconosce nella “regione” europea l’importanza dell’intervento delle Istituzioni civili – non vaticane – nello stabilire regole, di cui la commissione si vanta per il risultato ottenuto, dissociando la dipendenza e il peso che queste norme della società civile, hanno avuto sui comportamenti ai quali sono state costrette le stesse Conferenze episcopali.
Ancora surreale il fatto che la stessa commissione poi ne valuti l’applicazione all’interno degli Stati membri dell’UE, il conseguente fallimento delle introduzioni canoniche che però, attribuisce all’ambito della sfera civile.
Nulla di nuovo quindi, o almeno nulla che possa essere visto come concretamente apprezzabile, almeno dalle vittime, protagoniste assolute di questa campagna in cui malgrado contestino l’inefficacia, vengono strumentalizzate anche in questo report, che di fatto non offre loro nulla di più di quanto non offrisse già prima.
F.
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