La finalità è quella di prevenire ed evitare qualsiasi abuso e l’iniziativa è stata presa – come ricorda La Repubblica – a seguito di alcuni episodi che hanno visto a Tivoli, Latina e Terracina un dirigente dell’azione cattolica, un professore di religione e diacono e un capo scout accusati di pedofilia e abusi su minori. Così la La Chiesa nel Lazio è corsa ai ripari.
Tra i divieti anche quelli di fotografare o filmare un minore e diffonderne via web o social network le immagini senza che i genitori o tutori ne siano sempre informati e lo abbiano autorizzato, così come senza informare i genitori e senza al loro autorizzazione non si deve e chattare con minori.
Le decisioni del Servizio interdiocesano e le direttive stilate sono state inviate ai parroci, agli educatori, ai responsabili associativi e agli animatori con un lettera in cui vengono indicati sette punti focali nei rapporti con i ragazzi: i minori vanno sempre trattai con rispetto; vanno forniti ai più piccoli modelli positivi di riferimento; occorre essere sempre visibili agli altri operatori pastorali o altri adulti quando si svolge qualche attività; va segnalato al responsabile eventuali comportamenti potenzialmente pericolosi e abusivi; è necessario sviluppare una cultura in cui i minori, soprattutto se bambini, possano parlare apertamente, porre domande ed esprimere eventuali preoccupazioni; bisogna sempre rispettare la sfera di riservatezza e intimità del minore; bisogna informare le famiglie delle attività che vengono proposte e delle relative modalità organizzative, ottenendone le opportune autorizzazioni.
Sono poi elencati nella missiva anche quelli che vengono individuati quali “comportamenti inaccettabili” sui quali va prestata molta attenzione: non si debbono infliggere punizioni fisiche di qualunque tipo; non si deve sviluppare un rapporto esclusivo con un singolo minore rispetto ad altri; non si deve lasciare un minore in una situazione potenzialmente pericolosa; non si deve parlare o comportarsi con un minore in modo offensivo, inappropriato o sessualmente provocatorio; non si deve provvedere a gesti di cura della persona (come lavarsi e cambiarsi), qualora il minore è in grado di provvedere da solo. Resta vietato, inoltre – come evidenzia anche La Repubblica -, discriminare un minore o un gruppo di minori, chiedere a un minore di mantenere un segreto, fare regali ad un minore discriminando il resto del gruppo, fotografare o filmare un minore e diffondere via web o social network immagini di minori, e chattare con minori senza che i genitori o tutori ne siano sempre informati e lo abbiano autorizzato.
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