di Federico Tullli – La violenza sessuale non è mai scissa da quella psicologica. Sta qui uno dei nessi stringenti che ci sono tra la violenza sulle donne e quelle sui bambini, anche in ambito ecclesiastico. Ne abbiamo parlato in questa settimana di avvicinamento alla Giornata internazionale contro la violenza sulle donne del 25 novembre, con la psichiatra e psicoterapeuta Irene Calesini.
“Nella cosiddetta violenza sessuale, che chiamerei sempre stupro -dice Calesini – è sempre insita la violenza psicologica. Viene lesa l’immagine che la vittima ha di sé che è insieme fisica e psichica.
La costrizione ad avere un contatto fisico intimo non voluto è violenza psichica, in qualunque modo questo avvenga, perché il soggetto agente non tiene in nessun conto la volontà dell’altra. Accade spesso che chi è violentato si paralizzi per il terrore. In ogni caso è chiaro che non viene rispettata (o recepita) la condizione emotiva, psichica dell’altra. L’altra o anche l’altro nel caso dei crimini di pedofilia, è un oggetto per il violentatore. In termini psichiatrici egli annulla la realtà interna dell’altra (è un oggetto per masturbarsi o per dimostrare a se stessi la propria “virilità”) o la nega (“è buona solo per quello”, “anche se dice no, vuole dire sì”). In genere nello stupro c’è la volontà di sottomettere, dominare l’altra, umiliarla, distruggerne le capacità emotive, psichiche: la vitalità, la affettività”.
Come si curano queste ferite? Chiediamo alla dottoressa Calesini
“Queste ferite purtroppo possono cronicizzare e non guarire mai, se non vengono scoperte. Ovviamente si curano con la psicoterapia e spesso occorrono molti anni. Possono servire anche cure somatiche perché molto spesso si ammala anche il corpo: malattie dell’apparato intestinale, genito-urinario; danni al sistema osteoarticolare, all’apparato masticatorio. Problemi cardiaci e cardiovascolari, malattie della pelle, sistema immunitario compromesso, ecc. La pericolosità della condizione di violenza risiede nel fatto che spesso è sconosciuta alla stessa donna o bambino che la vive, o è sottostimata. Specie se non è anche fisica. Accade spesso che chi si rivolge ai Servizi di salute mentale pubblici o privati per disturbi di ansia o depressione abbia una lunga storia di violenza alle spalle o comunque relazionale, che è misconosciuta e che emerge solo dopo diverso tempo. Magari può emergere solo attraverso i sogni, ma va intuita, cercata”.
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