Se il rumore di fondo è quello di un proiettore, in ballo ci sarebbero i nastri prodotti da due apparecchi diversi, un proiettore che proiettava la scena ed un registratore che registrava il contenuto su audio cassetta per venire poi spedita. Intanto, abbiamo contattato l’ex agente Digos Pasquale Viglione che quel 17 luglio dell’83 ritirò la cassetta in via della Dataria. Fu lui a firmare il verbale di ritiro all’Ansa. “Quel giorno – ricorda Viglione a FqMagazine – fui incaricato dalla Squadra Mobile del sequestro del nastro. Ero in servizio come sottoufficiale, non ricordo chi mi accompagnò, sono trascorsi 40 anni. Ascoltai quel nastro e poi lo consegnai in Procura, era un atto formale. Quando poi riascoltai una copia, nel 2007, mi sembrò una versione ridotta ma la mia è solo un’ipotesi”. Una domanda che verrebbe da porsi è dove possa trovarsi la versione originale di quel nastro. “Una copia dell’originale dovrebbe essere proprio in Vaticano che la prelevò, ci dissero i rapitori, sotto al colonnato, quattro giorni prima di recapitarne un’altra uguale in via della Dataria. L’altra, quella spedita all’Ansa, sono abbastanza certo si trovi negli archivi della Questura di Roma”, spiega a FqMagazine il fratello di Emanuela, Pietro Orlandi.
“L’originale l’ha ascoltata solo mio padre – ci dice –, io no, mai sentita. Ricordo che quella stessa sera ci disse che aveva ascoltato delle voci di uomini che parlavano in sottofondo. A mio padre sembrò di riconoscere la voce di Emanuela, soprattutto in quel frammento, quando dice: “Per favore, fatemi dormire”. Qualche giorno dopo, gli inquirenti dissero a mio padre che avevano verificato bene la registrazione e che si trattava di spezzoni di un film porno messi insieme da un mitomane. Mio padre si tranquillizzò, la escludemmo subito. Poi, nel 2015, quando fu chiusa l’inchiesta raccolsi tutti i documenti su Emanuela. Mi era rimasto dubbio su quella frase che disse mio padre. Ho cercato in procura e ho trovato soltanto una parte di quella registrazione, riversata su cd. Quando l’ho ascoltata, nel 2016 ho avuto anche io la sensazione si trattasse della voce di mia sorella, quando dice quella frase. In realtà, ne sono abbastanza certo. E allora ho cercato i documenti dell’epoca e ho scoperto che in quei giorni quel nastro fu fatto analizzare da esperti del Sismi che misero nero su bianco che quella voce corrispondeva a quella di Emanuela”.
“Mi domando perché – conclude Pietro – dissero a mio padre di stare tranquillo quando sapevano, da analisi fatte, che era voce di Emanuela e non una finzione“. Su questo e altri punti oscuri dovrà indagare la Commissione Bicamerale di inchiesta, dopo l’approdo del provvedimento in Aula. Nel mentre, c’è un’altra indagine in corso su Emanuela Orlandi ed è quella aperta quasi due mesi fa dal Vaticano su cui c’è totale riserbo. Né la famiglia né la Sgrò sono stati convocati dalle autorità giudiziarie dello Stato Pontificio. “Se fossi stato io il Procuratore di Giustizia – dichiara Laura Sgrò a FqMagazine in merito a questa mancata convocazione – avrei messo in sicurezza le prove di cui siamo in possesso. Tutto questo è proprio strano, non ne capisco la ragione”.
È di queste ultime ore anche un’altra novità sul caso che tira in ballo un testimone cruciale mai ascoltato prima: Monsignor Valentino Miserachs, l’insegnante di canto corale di Emanuela. Dopo quasi 40 anni viene fuori che il Vaticano, per volere di papa Benedetto XVI, interrogò Monsignor Valentino Miserachs sulla scomparsa di Emanuela Orlandi. Accade il 4 maggio 2012 alle ore 17,00. Una data significativa se consideriamo che da lì a dieci giorni sarebbe stata aperta la tomba del boss della Magliana Enrico De Pedis nella basilica di S. Apollinare, adiacente alla scuola di musica di Emanuela. Ciò nonostante, il Vaticano ha sempre smentito l’esistenza di un dossier o di indagini interne sulla sparizione della ragazza, anche in tempi recenti. Lo sottoscrive nel suo libro (pubblicato a gennaio) anche Monsignor Georg Gänswein in cui il segretario particolare di Benedetto XVI ribadisce che questo dossier non esiste. Tuttavia, continuano ad emergere elementi che suggeriscono il contrario.
Alle telecamere del programma tv “Quarto Grado” Monsignor Valentino Miserachs ha dichiarato: “Al tempo non sono mai stato interrogato dagli inquirenti. Sono stato interrogato qualche anno fa, c’era ancora papa Ratzinger il quale insistette per approfondire l’indagine e sono stato convocato presso la Gendarmeria in Vaticano. C’era una certa solennità, c’era il capo della Gendarmeria e l’assessore per gli affari generali della Segreteria di Stato Peter Bryan Wells che rappresentava la parte ecclesiastica del Vaticano. Lui non ha aperto bocca, stava lì come un testimone; le domande le conduceva Giani. Ho raccontato quello che potevo sapere ma non mi hanno detto niente di come si sono sviluppate le indagini. Non so neanche se avessero convocato altre persone ma penso di sì”.
https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/03/14/emanuela-orlandi-e-il-giallo-dei-nastri-audio-il-perito-hanno-fatto-tagli-serve-trovare-loriginale-per-capire-il-fratello-pietro-e-negli-archivi-della-questura-di-roma/7089302/
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