TRENTO. “Nessuna vera tutela è possibile per la Chiesa, se si sottrae alla collaborazione con le realtà pubbliche e della società civile impegnate su questo terreno”. Ha usato queste parole l’arcivescovo di Trento, Lauro Tisi, nel corso del convengo “La Chiesa e gli abusi” promosso dal Servizio Tutela Minori della Diocesi di Trento.
Ad oggi il Centro di Ascolto attivato il 2 aprile del 2019 ha raccolto in Trentino sette segnalazioni di presunti abusi compiuti da religiosi oppure da diocesani. Nel primo caso i fatti sono stati segnalati all’ordine di appartenenza mentre nel secondo caso le verifiche e gli eventuali provvedimenti sono stati portati avanti dall’Arcidiocesi.
Secondo i dati forniti nelle scorse ore, da febbraio di quest’anno ad oggi, i casi di abusi verificatisi nell’ambito della Chiesa trentina o all’interno di associazioni e gruppi ecclesiali sono due una arrivata al Centro di Ascolto e l’altra direttamente all’Ordinario diocesano. La prima si riferisce ad un sacerdote di un’altra Diocesi, oggi defunto, per fatti che sarebbero avvenuti in un’altra Diocesi circa 60 anni fa. La seconda riguarda un sacerdote diocesano, per fatti risalenti a più di 60 anni fa; egli, peraltro, lasciò volontariamente il sacerdozio molti anni fa, trasferendosi poi all’estero.
E bene chiarire prima di tutto che nel momento in cui vengono ricevute le segnalazioni al centro di ascolto viene verificata la competenza territoriale, sia che si tratti di diocesi che di gruppo religioso.
Delle sette segnalazioni che sono state fatte dal 2019 ad oggi sono tre quelle che effettivamente hanno avuto un proseguo da parte dell’Arcidiocesi di Trento. In un caso la segnalazione riguardava un sacerdote già morto, in un altro caso la segnalazione riguardava, invece, un episodio avvenuto una sessantina di anni fa e il sacerdote da anni aveva già deciso di lasciare la Chiesa trasferendosi, tra l’altro all’estero.
Diverso è invece il terzo caso. Qui parliamo invece di una segnalazione che coinvolge un prete trentino, tutt’ora in vita. Un sacerdote diocesano anziano che sarebbe stato indicato da una persona per presunti abusi che si sarebbero verificati anni fa. Per capire meglio il caso abbiamo chiesto di spiegarcelo al Cancelliere della Curia di Trento e vicario giudiziale don Alessandro Aste.
“La segnalazione è arrivata negli ultimi anni – ci spiega don Alessandro Aste – ed è relativa ad un sacerdote diocesano per fatti che sono risalenti a circa 50 anni fa e per i quali sono stati fatti degli accertamenti che hanno poi portato all’avvio di un processo canonico”.
Un procedimento non semplice che si è svolto in questi ultimi anni nel silenzio della Chiesa e nel rispetto della presunta vittima. “La prima fase – spiega il vicario giudiziale – del processo riguarda la verifica della verosimiglianza della notizia di reato. Una valutazione sommaria nella quale viene verificata la congruenza di alcuni aspetti. Nel caso in questione questa prima valutazione ha avuto esito positivo e la segnalazione non appariva infondata”.
Successivamente è arrivata poi la parte più difficile e cioè la vera e propria indagine portata avanti dalla Diocesi con i mezzi che dispone. “Occorre tenere conto – spiega sempre don Alessandro Aste – degli strumenti che abbiamo a disposizione, non siamo una polizia giudiziaria. Serve anche tenere conto che nel caso specifico stiamo parlando di eventi risalenti nel tempo essendo i fatti avvenuti circa 50 anni fa e difficilmente ci sono prove come video o registrazioni. Detto questo, però, l’impegno e l’onestà nei confronti della persona che segnala il presunto abuso ci impone la massima serietà nei procedimenti”.
Il risultato di questo procedimento canonico avviato negli ultimi anni in Trentino per una ipotesi di abuso è stato, purtroppo, negativo. “Purtroppo – ci spiega don Aste – si è arrivati all’impossibilità di appurare i fatti perché avvenuti molto tempo fa. Tuttavia il sacerdote oggi è molto anziano, ha qualche difficoltà cognitiva ed è ritirato dalle sue mansioni”.
Come già detto le altre segnalazioni arrivate al centro di ascolto della diocesi non hanno avuto seguito dal punto di vista di procedimenti canonici perché hanno riguardato sacerdoti già deceduti oppure che da anni hanno lasciato il sacerdozio ancora sono segnalazioni che per competenza territoriale sono state trasferite ad altre diocesi.
Il ruolo del Centro di ascolto è fondamentale anche per proseguire nel cammino di sensibilizzazione della comunità ecclesiale e civile su un tema cruciale come quello degli abusi, per promuovere collaborazioni e alleanze educative dentro e fuori la Chiesa e per favorire misure adeguate di prevenzione in relazione ad abusi sessuali e violenze su minori e adulti vulnerabili in contesti ecclesiali.
Il Servizio Tutela Minori della Diocesi di Trento è tra i primi sorti in ambito diocesano in Italia allo scopo di dare un contributo alla promozione di una cultura e di un’attenzione su questi temi, grazie anche alla consulenza costante di un Tavolo di esperti, composto da tredici membri con professionalità afferenti agli ambiti psico-socio-pedagogico, medico e legale.
https://www.ildolomiti.it/cronaca/2022/abusi-nella-chiesa-avviato-il-processo-canonico-per-un-prete-trentino-il-cancelliere-della-curia-e-anziano-e-ha-problemi-cognitivi-sette-segnalazioni-dal-2019
Scopri di più da Rete L'ABUSO
Abbonati per ricevere gli ultimi articoli inviati alla tua e-mail.