Da qualche anno compaiono sui giornali articoli sugli abusi sessuali del clero in Italia, articoli di qualità diversa ma comunque utili a diffondere notizie su questa piaga e a rendere consapevoli gli italiani di cosa succede, nel silenzio, nel loro paese.
Però sarebbe meglio che questa diffusione avvenisse in modo più corretto.
Ogni giornalista dovrebbe dire da dove trae le notizie, in realtà quasi sempre dallo stesso sito rete l’abuso che non sempre viene menzionato e ringraziato per l’immenso lavoro che fa.
I casi di cui si parla, inoltre, sono quasi sempre gli stessi, su cui già sono usciti articoli e libri, ma quasi sempre vengono raccontati come se il giornalista fosse il primo ad averli scoperti e a parlarne, fingendo di avere fatto una inchiesta mentre in realtà è in gran parte copiazzatura di lavori di altri.
Data la delicatezza del tema, e dal momento che si parla della sofferenza di altri esseri umani, la correttezza sarebbe una condizione indispensabile per procedere su questi temi, che non possono venire usati per costruire carriere giornalistiche sull’inganno.
Chiediamo rispetto per le vittime, e per la loro dolorosa realtà, che si rispecchia nel rispetto delle fonti e di chi le ha usate prima di noi.
Lettera firmata di un sopravvissuto
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