Sembra sconfortata. «Cosa ne penso del fatto che abbia scritto un libro? Guardi, credo si commenti da solo…». L’uomo che l’ha tormentata è tornato a ricordarle il passato, anche se solo attraverso le pagine di un romanzo. Lei è una delle due parrocchiane che a fine 2016 accusarono don Andrea Contin di maltrattamenti, lesioni e abusi di vario genere. Un caso che passò alle cronache come «lo scandalo delle orge in canonica» e che per settimane riempì giornali e talk show. Tutti a interrogarsi su quel sacerdote dalla vita sessuale sfrenata (all’epoca si disse avesse avuto una ventina di amanti) che organizzava festini a luci rosse nelle sale della parrocchia anche alla presenza di altri uomini (e di un secondo prete), dando sfogo a ogni genere di perversione. «Mi chiamava “schiava” — raccontò una delle vittime —. Volevo smettere di frequentarlo ma mi disse che mi avrebbe uccisa…».
Ex prete
Il libro che secondo la parrocchiana «si commenta da solo», è quello scritto proprio da Andrea Contin, 54 anni, ormai «ex prete», visto che il 3 marzo 2017 il vescovo di Padova lo ha ridotto allo stato laicale. L’anno successivo ottenne di patteggiare un anno di carcere. Oggi Contin si è ritirato a vita privata e nel suo sito dice di vivere nei «boschi della valle del Primiero e del Vanoi», in Trentino. E lì ha scritto un romanzo che sembra ricco di spunti autobiografici, dal titolo: «Mia madre era una ragazza. Morte di un prete a luci rosse». Uscirà, autoprodotto, a metà giugno («In questi giorni è impegnato nella correzione delle bozze», spiega un collaboratore) ed è un giallo che racconta le indagini intorno alla vicenda di Luca Canterletti, ex prete protagonista di uno scandalo sessuale trovato morto in casa una mattina di fine ottobre.
I richiami alla Bibbia
«Per scrivere questo libro — spiega Contin — ho impiegato cinque anni e un biglietto andata e ritorno per l’inferno. Il titolo? È stata l’ultima frase che ho scritto. Come sempre la cosa più importante la scrivi quando hai terminato le altre». È il romanzo «di uno che è nato quattro volte, senza ancora mai morire davvero una sola volta». Numerosi i richiami alla Bibbia. Nell’ultimo capitolo, l’immagine di un quadro che ritrae delle mele, un coltello, e un Cristo. «Il crocifisso annega sullo sfondo, al buio — scrive — sta guardando, ha le mani legate. Guarda noi, nudi, sbucciati, a pezzi, ma vivi. Eterni Adamo ed Eva, eternamente a caccia di paradisi». È solo finzione. Nella realtà, a esserne uscite «a pezzi», sono state le sue vittime.
https://www.corriere.it/cronache/22_maggio_08/don-andrea-contin-l-ex-prete-orge-diventa-giallista-fa-arrabbiare-vittime-035223b0-cea1-11ec-b21c-2cc92198dafc.shtml
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